OPERA IN CONCORSO Sezione Fotografia
Urbanità fuggenti BP15106
fotografia, c-print su alu-dibond
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BARAN
nato/a a Venezia
residenza di lavoro/studio: Adria (ITALIA)
iscritto/a dal 16 apr 2015
Altre opere
Descrizione Opera / Biografia
Urbanità fuggenti è il titolo del nuovo ciclo di opere dell’artista Baran, realizzato in quei luoghi ove è più presente l’opera dell’uomo. In queste fotografie, l’artista predilige la ripresa da terra e in movimento, trascinando con sé la macchina fotografica. Con la ripresa fotografica, Baran esplora e fa proprio il soggetto per poi distaccarsene progressivamente. Nell’assenza di definizione del soggetto Baran scopre la vera essenza delle cose, che dovrà stimolare lo spettatore ad un lavoro psicologico e introspettivo di analisi e riflessione sul proprio essere e sul proprio divenire. Queste immagini, prive di contrasti e di nitidezze, i cui colori sono privi di saturazione, avvolgono lo spettatore in una sorta di limbo dell’immaginario.
Testo di Baran
“Così come la forza di gravità ancora l’uomo al terreno, la rete globale lo ingabbia e lo circoscrive entro limiti prestabiliti. Vincolato dalla globalizzazione e dall’omologazione di idee, pensieri, oggetti, opere, l’uomo contemporaneo reagisce in modo apatico; il bombardamento provocato da una serie di immagini precostituite lascia ben poco spazio a immaginazione, fantasia, o al pensiero libero e indipendente.
Sebbene l’uomo creda di essere libero di muoversi, volando attorno alla terra o viaggiando in rete, in realtà agisce entro schemi precostituiti che lo indirizzano verso soluzioni già programmate.
In questa società l’artista ha il compito di trovare una nuova dimensione e aiutare l’uomo ad uscire dalla condizione di passività in cui versa. L’artista dovrà entrare in una condizione ascetica e spirituale per ricercare l’essenza, quella sintesi che potrà stimolare il suo simile a guardarsi dentro, ad avere consapevolezza di sé, comprendendo che la sua vera natura è quella di vivere il presente.
Di fronte all’opera d’arte, lo spettatore dovrà essere stimolato a guardarsi dentro per avere consapevolezza del proprio io; rifletterà su sé stesso scoprendo che la felicità è dentro di lui. Così inizierà a cogliere il sale della vita, a godersi il presente sapendo, finalmente, ciò che vorrà in futuro.
L’artista dovrà ricercare il fondamento di ciò che veramente è, in senso assoluto, un’idea a priori, al di fuori del mondo materiale e reale. Dovrà scavare nel motivo generatore dell’essere e del suo divenire, indagando sulle permanenze, al di là del tempo e dello spazio. Forma e materia dovranno essere il più possibile privi di riferimenti: essere un’essenza astratta.
L’opera non avrà un valore in sé ma per le riflessioni e le azioni che genererà. L’opera sarà simbolica ed introspettiva; stimolerà lo sguardo, al di là dei credo religiosi, al di là delle razze, al di là delle idee politiche: un’arte senza confini perché, il più possibile, senza riferimenti.”
BARAN
BIOGRAFIA
Baran (nome d’arte di Andrea Barasciutti) è artista ed architetto.
Nasce a Venezia nel 1964 in una famiglia di artisti; nel 1992 si laurea in architettura.
Gli oltre vent’anni di professione lo portano a maturare un’architettura artigianale fatta di dettagli, matericità ed equilibrio, occupandosi anche di restauro monumentale e approfondendo tematiche storiche ed archeologiche. Affiancata all’architettura c’è sempre la sua arte, fatta di disegni, pittura, scultura, fotografia ed installazioni.
Nel 2011 si ritira nella campagna ferrarese e decide di cambiare rotta: rendere pubblica la sua profonda espressione intellettuale e culturale, ossia la sua arte, che era rimasta latente dietro il mestiere palladiano. Dopo lunghe ricerche ed elaborazioni nel campo della pittura e della scultura informale risalenti agli anni giovanili, la sua arte diventa sempre più concettuale. Con il ciclo “Margini”, Baran riflette sulla condizione umana di emarginazione e di vuoto sociale, segnando la tela solo ai bordi del suo biancore. Con il ciclo “Progetti Bruciati” denuncia, con tele, sculture ed installazioni, lo stato corruttivo della politica italiana ed il perverso meccanismo degli appalti.
Nel 2015 abbandona colori, forme e storie personali per dedicarsi alla ricerca dell’essenza con sculture, installazioni e fotografie, in cui rinuncia al suo io dedicandosi solamente alla centralità del fruitore dell’opera, diventato ormai il vero protagonista del suo fare.
Le sue opere iniziano ad essere esposte nel 2013 presso importanti fiere e gallerie con notevoli riscontri di critica e pubblico, in particolare a Roma, Padova, Vienna e Budapest.
Nel 2014 espone con successo a Londra e nel 2015 presso il Septem Maria Museum di Adria.