Premio Combat Prize

Federico Sciuca - Premio Combat Prize

OPERA IN CONCORSO | Sezione Fotografia

 | La morte di Orlando

La morte di Orlando
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Federico Sciuca

nato/a a Trieste
residenza di lavoro/studio: Trieste, ITALIA


iscritto/a dal 12 mag 2016


Under 35

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Descrizione Opera / Biografia


Federico Sciuca nasce a Trieste il 7 maggio 1991. Fin dall’infanzia è attratto dai giochi creativi, che lo hanno avvicinato al mondo del disegno e della pittura, grazie anche all’amore dei genitori verso il mondo dell’arte. È timido ed introverso ma con una spiccata capacità di osservazione per i dettagli del mondo che lo circonda. Nutrito dalle numerose visite a gallerie e musei d’arte, è rimasto particolarmente affascinato dalla folle immaginazione di Salvador Dalì. Negli anni della sua formazione scolastica Federico inizia a studiare storia dell’arte, sotto gli insegnamenti preziosi del professore Giorgio Cisco, e si appassiona particolarmente alle correnti artistiche del Dadaismo, del Surrealismo, della FineArt e dell’arte concettuale. Diplomato geometra all’istituto tecnico Max Fabiani, attualmente frequenta il corso di laurea in Economia Aziendale presso l’Università di Trieste. Nonostante un piano di studi orientato verso materie scientifiche, l’amore per l’arte non è mai scomparso del tutto e ha condotto Federico alla fotografia. Acquista alla fine dell’anno 2014 la prima reflex digitale Nikon, che lo accompagna tutt’ora lungo il proprio percorso artistico e, influenzato dalla forza dei lavori di Laura Zalenga, David Uzochukwu e dai ritratti di Alessio Albi e Marta Bevacqua, ricerca un timbro espressivo caratteristico per i propri lavori. Con la scoperta di tali artisti, studia da autodidatta le principali tecniche di fotoritocco digitale e manipolazione fotografica, sperimentando contrasti e colori per i propri scatti.
In questa raccolta di scatti, Sciuca vuole raccontare, in chiave moderna, la mitologia.
”La morte di Orlando”, descrive l’ intimo e profondo legame tra natura ed artista.
È la Natura propria del Romanticismo, che si fa specchio del sentimento dell’ artista, immortalato in questo scatto come un uomo nudo, privato di ogni bene materiale ma inesorabilmente accompagnato,anche nell’ultimo istante,dal suo impavido destriero.
L’ immagine è una metafora dell’ attuale società, che priva gli uomini dei propri valori e gli allontana dalla spontaneità del sentimento e dello spirito, costringendoli ad una realtà fittizia, subdola basata sull’irrefrenabile desiderio materialistico del possedere, indifferentemente cosa. Ma il cavaliere combatte, lotta la falsità, la corruzione della società, consapevole della propria disfatta, ma fiero di morire da libero, da eroe.
La natura, mesta, lo accoglie, avvolgendo il corpo esanime in una morbida coltre di nebbia: sono gli spiriti degli eroi classici che proteggono l’ uomo moderno che si ribella alle catene sociali, che difende con la vita i propri valori. Infatti, stoica è la morte dell’ eroe, che allontanandosi dalla vita raggiunge il traguardo di essa medesima: la virtus.
Ma la speranza non è negata a coloro che permangono in questo mondo, e ciò è espresso dalla posizione fetale del protagonista: sebbene la morte lo abbia reso libero, la sua lotta è stata un inno alla vita, ha combattuto per difendere quei valori che sono l’ essenza stessa della vita, senza dei quali non ha senso vivere.