Descrizione Opera / Biografia
DESCRIZIONE OPERA
PER GRANDE AMORE - 36 giorni con i tuoi capelli del colore del grano / La cenere di 36 torsi di pannocchia / Per 36 minuti ho guardato il cielo esplora le dimensioni della memoria, e del desiderio. Il titolo è parte integrante dell’opera, frammento e allo stesso tempo riassunto della storia proposta dall’autrice, che senza svelarne completamente la trama concede al significato uno spazio d’intimità e lascia l’intuizione allo spettatore.
Trentasei scatole di plexiglass a muro contenenti cenere di torsi di pannocchia e un’installazione video su schermo appoggiato a terra: entrambi sono elementi che fungono da documentazione di veri e propri atti performativi. L’azione di bruciare i torsi e i 36 minuti che l’artista trascorre guardando il cielo su un campo di grano appena tagliato celano infatti un’intensa ritualità.
J. Derrida dice: ”Il fuoco: ciò che non si può spegnere in una traccia fra tante che è una cenere. Memoria, oppure l’oblio - come preferisci -: ma comunque del fuoco, indizio che riconduce ancora a una bruciatura. All’apparenza il fuoco si è ritirato, l’incendio è stato domato, ma se vi è là cenere, questo vuol dire che -sotto sotto- un po’ di fuoco resta.”
Forte si accende il colore del grano, guarda il cielo, sorride.
BIOGRAFIA
Martina Camani , nata a Vicenza nel 1994, si diploma presso il Liceo classico A. Pigafetta di Vicenza con una ricerca su Mallarmé e la filosofia della danza: nella sua formazione ha avuto, infatti, particolare importanza la ricerca sul movimento e sull’espressione corporea. Fin dai primi anni impara la consapevolezza e il controllo del corpo attraverso la ginnastica artistica, per poi dedicarsi alla danza classica e contemporanea fino all’esperienza della tap dance, presso la scuola Palladio Danza di Vicenza.
La figura che più la ispira è Pina Bausch, ballerina e coreografa di grande spiritualità nella cui estetica Martina si riconosce, ritrovandosi ne i temi della memoria, del desiderio e del sogno che Baush esplora nel corso della sua ventennale ricerca. Nel luglio 2015 incontra Julie Anne Stanzak, ballerina del Tanztheater di Wuppertal durante un seminario residenziale di teatro-danza, grazie alla quale apprende i fondamenti del metodo di esplorazione del movimento a partire dall’identità del soggetto del Wuppertal .
Nel 2013 inizia il suo percorso all’interno dell’Accademia di Belle Arti di Venezia dove attualmente frequenta il terzo anno di Decorazione seguita dalla prof.ssa Mirella Brugnerotto e dalla prof.ssa Cristina Treppo. L’ambiente Accademico e la vita di atelier sono per lei di grande stimolo, un’occasione di dialogo tra giovani artisti e un importante momento di confronto.
Nell’estate 2015, in occasione della 56. Esposizione Internazionale d’Arte collabora come performer con diversi artisti tra cui Adrian Piper (vincitrice del leone d’oro 2015), Maria Eichhorn e Olaf Nicolai avendo così modo di vivere e conoscere da vicino un mondo che da sempre l’affascina e l’interessa.
Tutta la ricerca artistica di Martina spazia dall’installazione all’audio e video art alla performance, sviluppando una poetica legata alla riflessione autobiografica, alle dimensioni del ricordo e del desiderio, delle piccole cose che costellano il quotidiano. Importante in tutta la sua ricerca, è il rispetto di un’estetica coerente e il coinvolgimento completo e fisico dello spettatore che è sempre considerato anche attore all’interno dell’opera.
Nel suo immaginario restano ben chiari immagini e profumi legati ai luoghi della sua infanzia, primo tra tutti Nerezine, piccolo paesino croato sull’isola di Lussino, un paradiso di sole e salsedine che l’accompagna lungo tutte le sue estati.
A dicembre 2015, insieme ad altri 12 giovani artisti, fonda Collettivo Barnum (https://collettivobarnum.com/) . Il gruppo nasce dall’esperienza comune della formazione accademica e dalla coesistenza nello stesso atelier. La forza del collettivo sta nella diversità che contraddistingue ogni elemento del gruppo, diversità che diventa così opportunità di arricchimento proponendosi di presentare l’esperienza artistica contemporanea in una chiave di lettura autentica e originale. Il nome deriva da Phineas Taylor Barnum e richiama un’atmosfera circense e giocosa che contraddistingue il clima del gruppo e l’approccio di esso verso l’arte, senza però tralasciare una necessità introspettiva.
Il loro primo progetto artistico è ENTROPIA, svoltosi presso lo spazio Exworks (http://exworks.it/) durante i giorni del 8-9-10/04/16 .
Martina Camani è inoltre, cofondatrice del gruppo di discussione femminile Torno Tardi, nato nel 2012, col prende parte alla performance Per un chicco di melograno a cura di Agata Keran. All’interno del gruppo ha modo di avvicinarsi alla riflessione sulle tematiche di genere.
Dal 2009 al 2015 è attrice di Kitchen Project, compagnia teatrale residente di Kitchen Teatro Indipendente di Vicenza. Con l’esperienza all’interno della compagnia comincia a maturare la sua passione per il teatro, cresce come attrice e incontra un linguaggio fatto di parole, azione e corpi. Martina considera gli anni passati in teatro un importante momento di formazione e crescita personale oltre che artistica: prende parte a diverse settimane di formazione teatrale, partecipa a seminari di Teatro dell’Oppresso e frequenta il primo anno della scuola di teatro di Ossidiana.
A febbraio 2015 inizia una forte collaborazione con Marta Scaccia, con la quale realizza l’opera d’arte contemporanea Epifanie dal Fronte, ospitata nel centro storico di Vicenza dal 4 al 30 novembre 2015. L’intero progetto, realizzato in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale, è vincitore del bando Energie Sommerse promosso dal Comune di Vicenza (https://www.facebook.com/epifaniedalfronte).
Con Marta Scaccia progetta inoltre le performances Autosacramental e Tue tes idoles, che debutteranno nell’estate 2016, in cui entrambe sono anche attrici, e lavora come assistente alla regia e attrice in Baccanti, nuova produzione della compagnia che si sta formando attorno a loro.