Descrizione Opera / Biografia
No image died in this video #2:
È difficile prevedere quante e quali saranno le profonde modificazioni di una società futura ormai abituata a vivere le esperienze contemporaneamente alla loro continua registrazione.
La fotografia digitale non si distingue da quella su supporto chimicamente sensibile per la tecnologia di cattura della luce, la vera rivoluzione della fotografia digitale non è il sensore, ma il rapporto con il “noi”, con la rete.
Il web, come un grande fiume alimentato da milioni di affluenti, ha veicolato molteplici culture visive ma si è alimentato con maggior foga alla sorgente della fotografia amatoriale, vernacolare, anonima, incrementando la grande funzione culturale della fotografia.
Ha sfondato gli argini, una tempo più solidi, tra i vari linguaggi dell’immagine come il documento scientifico e tecnico, l’informazione, l’intrattenimento, l’arte.
A cento megabit al secondo le necessità diventano consuetudini, le consuetudini diventano mode, le mode diventano “fenomeni virali” che poi si esauriscono a velocità ancora superiori.
La produzione di immagini ha assorbito le ritualità, come l’esigenza di fotografare le scarpe nuove.
Con lo stesso andamento le immagini registrate dalle dash cameras, action cameras o smartphones, da necessità diventano feticcio della rete.
Nascondendo però la figurata “morte dell’immagine”, la serie No image died in this video immagina le videocamere come migliaia di organismi viventi unicellulari che turbinano e si diffondono mappando il nostro mondo.
Matteo Girola
Bio:
Matteo Girola nasce a Milano nel 1983.
Diplomato in Pittura e Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e in Catalogazione e Archiviazione della Fotografia presso la CFP Bauer.
Durante gli studi costruisce una sua linguistica strutturata tra una dimensione salda nei fondamenti della pittura, e le proiezioni del visibile, consce dell’esperienza fotografica.
La sua opera si muove tra corto-circuiti visivi e sfere di onirica emotività, tra giochi emblematici e spontaneità intellettuali.
Riflessi originari (dell’origine) che chiamano urgenze del contemporaneo. Opera esperimenti analizzando le logiche percettive (...) in connessione con le possibilità di registrazione dell’atto del vedere (...). Egli attiva procedimenti che hanno carattere rituale, come esercizi per lo sguardo.
(Ignazio Gadaleta)
(...) Fotografare la realtà è prima di tutto uno strumento di comprensione, Girola utilizza la fotografia in questi termini, riflettendo sulle modificazioni dell’immagine e della realtà che riproduce, condizione quanto mai frequente nella società contemporanea.”
(Luca Panaro)
Vive e lavora tra Torino, Milano e L’Aia.