Descrizione Opera / Biografia
Paolo Remondini è nato a Massa Lombarda, nel Ravennate, dove vive e dipinge. Si è diplomato al Liceo Artistico di Ravenna e quindi si è laureato alla Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze. Ha partecipato ad alcune mostre ottenendo un buon successo. Oggetti d’uso quotidiano o semplici suppellettili, che evocano posture umane, qui diventano protagonisti della pittura e sembrano volersi far ritrarre dentro una ”natura silente”, affiorando quali presenze allusive o profili di luce dall’aspetto monocromo e vibrante. Come silhouette allineate, in ampie campiture di cromie a tinta unita (rosse, blu, viola, gialle, verdi, nere) questi vasi, brocche, bottiglie o bicchieri espongono le loro forme con pulsante vitalità, simili ad apparizioni metafisiche che recitano su un palcoscenico improvvisato. Appaiono anche con vita autonoma, queste sagome astratte, iscritte in figure geometriche di puro colore e rese da Paolo Remondini simili a soggetti concettuali che, stagliandosi su sfondi magicamente sospesi, nell’attestare la propria identità, raccontano il silenzio degli esseri umani.
I colori puri della bidimensionalità
Remondini procede con fissità quasi morandiana nell’elaborare le sue coloratissime composizioni, sempre in acrilici. Predilige colori puri, non c’è ombra o profondità, solo l’oggetto mentale, interscambiabile con e nello sfondo. Questo rigido schematismo, questa accennata ma problematica compenetrazione con il contesto, ribadisce come e quanto l’autore punti a un algido razionalismo, una difficile se non impossibile sintesi cromatica.
La disposizione paratattica sottolinea poi come gli oggetti siano sempre più spunto concettuale poiché sono da considerarsi irrisolti nell’Informale anche perché i soggetti sono ancora archetipi geometrici. Non avendo profondità di campo, le opere esposte sembrano esaltare oltremodo la bidimensionalità, partecipazione e talora choc emotivo. Gli ”Still life” di Remondini sono pittura piena, viva, corposa anche se rifiutano le componenti tattili e materiche a vantaggio di quelle visuali e spaziali.
Fabio Bianchi