"Città Turrita” 2004
La colorata materia delle possenti e
scintillanti città turrite si riflette coi suoi riverberi nell’acqua e
nel dissolversi rivela la sua caducità. Al tempo stesso le torri con le
loro linee verticali, con il loro moto ascensionale si elevano verso lo
spazio, non solo come simbolo di potere ma, anche come sfida alla
fragilità e anelito verso l’infinito e l’incommensurabile. Proiettate
verso l’universo trovano corrispondenza in uno spazio cosmico
rappresentata dalle meteore, pietre che fluttuano e danzano negli spazi
siderali.
Angela Crucitti
3498698792
angelacrucitti@gmail.com
www.angelacrucitti.com
Laureata
in Materie Letterarie con indirizzo artistico, abilitata
all’insegnamento della Storia dell’Arte, si è anche specializzata in
Storia dell’Arte presso l’Università di Siena.
Seguendo la sua passione per la pittura ha, negli anni 80, frequentato per tre anni
a Torino i corsi tenuti dalla pittrice Lella Burzio.
Ha incominciato ad esporre negli anni ’90.
Oltre
a numerosissime collettive, ha al suo attivo numerose mostre personali
(Siena, Venezia, Bassano del Grappa, Roma,Grosseto, Firenze, Ivrea), e
diverse fiere in Italia (Padova, Viterbo, Reggio Emilia) e all’estero
(Austria, Belgio, Usa, Cina, Corea).
Le sue opere sono in raccolte pubbliche in Italia e in collezioni private in diverse parti del mondo.
Innumerevoli i premi vinti nel corso della lunga carriera.
Il
fondo oro della pittura antica ha sempre affascinato Angela Crucitti,
sia per la preziosità della sua materia, sia per la ricchezza della sua
luce, ma, soprattutto, per il suo significato simbolico e spirituale.
Nella
tradizione bizantina e, poi, gotica, il fondo oro ha un preciso
significato emblematico di rappresentazione del paradiso,
dell’illuminazione e della Luce Divina.
Nelle opere di Angela questo concetto astratto viene
reinterpretato in maniera moderna, con un linguaggio personale che è un misto di modernità e di antico.
Il fondo oro diventa sfondo ed essenza di architetture da sogno, di
antiche mura cariche di storia, di possenti torri, che si colorano
dell’azzurro del cielo, del verde dei prati e dei colori delle stagioni.
Con
il colore oro dato con la spatola, l’artista costruisce splendide città
turrite, preziose abbazie, vetrate scintillanti, cattedrali cesellate
come antichi reliquari, profili di città evanescenti.
Reinterpreta
Monet nelle architetture di luce e di colore, la cui materia si
sgretola, si scioglie e si dissolve nei riflessi nell’acqua mostrando
in questa dissoluzione la sua fragilità.
Le città turrite divengono, così, costruzioni sospese in una dimensione fuori dal tempo.
Tra matericità e leggerezza, dalla pittrice vengono affrontati i grandi temi connessi a queste opere architettoniche:
Le
torri, sempre più alte, simbolo
di potere e spinta dell’uomo ad andare sempre più su, rimandano alla
realtà attuale delle metropoli e, rappresentano anche la sfida umana
contro il tempo, ma, rivelano, anche, la caducità terrena e la loro
fragilità nella dissoluzione della materia, che si riflette nell’acqua
dissolvendosi.
La materia delle costruzioni non è dissimile da
quella che si addensa si coagula nelle nella serie delle meteoriti, in
cui l’artista, libera da schemi ed in maniera informale, vuole
rappresentare l’intangibile, l’energia che anima l’universo, la sinfonia
e la danza cosmica.