Attraverso l’uso dell’inchiostro a china e il disegno a mano libera su carta tento di esprimere l’unicità, l’imperfezione e la fragilità del segno umano. In Italia (2017), il mostro italico, mangiato vivo e ormai ridotto a scheletro, si volta indietro, tenendo salda a sé la creatura - costretta e mai emancipata - attaccata alla sua groppa, mentre la coda rimanda a percorsi di libertà che non saranno intrapresi. L’Italia è fossile, l’età dell’oro è lontana, l’organo vitale penzola sofferente, mentre i legacci, filamentosi tiranti al ventre, sono le sue castrazioni, i suoi divieti, i suoi conformismi e le sue paure.
Nata a Roma nel 1974, sono cresciuta all’estero prima di ristabilirmi a Roma dove oggi vivo e lavoro. Ho frequentato la scuola di fotografia Ettore Rolli (fotografia analogica in B/N, sviluppo e stampa in camera oscura), la scuola di arti e mestieri S. Giacomo (pittura con G. Arcangeli) e l’Accademia di belle arti di Roma (scuola libera del nudo). Ho lavorato come fotogiornalista, assistente scenografa, interprete e traduttrice, in progetti socio-educativi e di cooperazione allo sviluppo. Laureata in diritto internazionale, attualmente seguo la politica di allargamento dell’UE per il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.