Premio Combat Prize

Davide Canali - Premio Combat Prize

OPERA IN CONCORSO | Sezione Video

 | amniotic

amniotic
digitale
2’36”

Davide Canali

nato/a a
residenza di lavoro/studio: Anagni, ITALIA


iscritto/a dal 24 mar 2017

http://www.davidecanali.it


visualizzazioni: 1406

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Descrizione Opera / Biografia


Descrizione opera
Il rapporto tra l’uomo e la natura;l’acqua che diventa anche liquido amniotico. Il ritorno ad una forma primordiale e di armonia con il mondo esterno.
biografia
Davide Canali nasce ad Anagni nel 1981. La sua predisposizione per gli studi artistici lo porta a
frequentare l’Accademia di Belle Arti di Frosinone, dove si laurea nel 2004 con una tesi su Teoria e
metodo dei mass-media in relazione al mondo dell’arte.
Sebbene il suo interesse sia prevalentemente rivolto verso la fotografia e il video, in Accademia
studia scultura, seguendo corsi anche presso l’Accademia di Carrara, dove sperimenta l’uso del
gesso e la lavorazione del marmo.
Nel 2003 partecipa ad una mostra collettiva, riservata agli studenti, con l’opera “Spazio Concavo”,
presso il Museo Archeologico di Castro dei Volsci.
Nello stesso anno, dopo l’esperienza di Carrara, presenta l’opera “Kamicaze” in occasione del sesto
simposio delle Accademie, tenuto a Suvereto (LU), opera che darà vita all’ installazione “Kamicaze
2” , per l’evento 8Arte.
Nel 2004 torna all’immagine video con il documentario “L’Italia Rom” sulla situazione storicosociale
delle comunità Rom in Italia, con particolare attenzione al patrimonio artistico dei Sinti.
Documentario di 20 min., selezionato da Citizen Report, andato in onda su Rai Educational.
Dal 2004 al 2008 lavora come programmatore, montatore e operatore per varie testate giornalistiche
nazionali, quali Tg1 e Tg2.
Tra il 2008 e il 2009 torna alla scultura con l’opera “Migranti”, per il convegno organizzato
dall’Associazione Culturale Attivart, di Giuliano di Roma (Fr), patrocinato dalla Regione Lazio, in
occasione dell’apertura del Museo di Vulcanologia Ernica. Realizza una installazione di 73 elementi
in ferro e pietra lavica, confermando un’attenzione particolare verso i problemi sociali dovuti alle
migrazioni di popoli.
Il 2010 è un anno importante per Davide, che passa dall’uso del sistema analogico a quello digitale.
Organizza un viaggio di studio e ricerca a Lisbona, confermando la sua sensibilità verso le
categorie sociali svantaggiate, scegliendo la capitale portoghese per il suo passato coloniale, oltre
che per un tributo personale a Tabucchi, scrittore che ha amato dopo la lettura di Requiem.
Il reportage è stato realizzato nei quartieri periferici, crocevia delle migrazioni africane.
Da questa esperienza scaturisce la sua prima mostra personale “Lomo e Zenith”, curata da Loredana
Galassini, presso la Città dell’Utopia di Roma.
Sempre nel 2010 dirige la fotografia nel documentario “La Meglio Gioventù di Monstar” di
Giuseppe Valente, sulla nuova identità etnica degli abitanti di Monstar, dopo i fatti sanguinosi degli
anni ’90.
Nel 2011, con il video “Se fossi tu” per Loredana Galassini, vince il premio speciale Pietro
Croce. Il video è realizzato per il comitato scientifico contro la vivisezione, sponsorizzato da
Equivita.
Nel 2013, per la giornata della cultura di Frosinone, realizza “Esaclorocitoesano”, una installazione
– denuncia sull’inquinamento della valle del Sacco.
Nel 2014 si dedica al confronto analogico – digitale, con l’installazione “Solitudine Analogica, la
Poetica del Duale” presso il palazzo Mancinelli di Ferentino (Fr), per la 15ª edizione di 8Arte.
Nel 2015 la installazione itinerante “Lampedusa”, realizzata con Giancarlo Canepa, è una denuncia
contro la ghettizzazione, causa di ogni forma di razzismo.
“Enaria” del 2016, documentario sulla identità etnica e geografica dell’isola di Ischia, viene
selezionato nel festival serbo NIS, e scelto quale doc. semifinalista al “Cinefest” di Los Angeles.
VIDEOART
DAL 2015 inizia a produrre brevi video artistici, molto concettuali ed efficaci nel loro contenuto. Il
tema, coerente con il suo pensiero e le sue scelte, riguarda la drammaticità della condizione umana,
una riflessione sulla migrazione dei popoli, che definisce, nel suo blog, schiavitù in tutte le sue
manifestazioni.
Titoli:
“Amniotic”
“Always be my brother”
FOTOGRAFIA
Durante i suoi viaggi di studio e ricerca, in Africa (Marocco) ed in Europa, i suoi reportage -
denuncia sono stati realizzati in luoghi periferici, dove i contrasti sociali sono più evidenti,
manifestando con i suoi scatti una indignazione verso ogni forma di sfruttamento umano.