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stampa giclee su carta cotone,
70x50
PHOTOGRAPHY AS PHILOSOPHICAL PRACTICE
[... Fra le macchine inventate dall’uomo, quella che imprime gli effetti della luce registrando spazio e tempo, è senz’altro la più filosofica. Inscrive e inquadra la realtà in immagini fisse.
Per noi umani già in-scritti che “vediamo” con gli effetti di una fissità concettuale un po’ magica che deriva dalla scrittura, anche il sapere sembra imprimersi.
Le problematiche della scrittura che afferma di veicolare un pensiero come contenuto, riesplodono nel fotografare già dal termine che ne descrive l’azione.
… Il sapere non si può fissare, come per una melodia, va necessariamente eseguito!
La fotografia assorbe la realtà intera come un buco nero. Immagini di vita in un semplice ritratto, di mondo in una galassia lontana. Al contrario di questa “singolarità” cosmica tuttavia, la confina in una inquadratura appiattita e statica e la restituisce in forme che non sono affatto adeguate a descriverla.
Se la parola invoca, la fotografia evoca. Rievoca le immagini del concepire. Le stesse mai uguali. …]
Occorre fare un passo indietro!
Osservare le condizioni in cui si pratica il conoscere e le circostanze di un pensare circoscritto e fotografato che pure non sono il pensare.
L’esigenza di un’arte come pratica filosofica parte necessariamente dalla fotografia
Una fotografia come pratica filosofica!