Descrizione Opera / Biografia
Le immagini, i suoni, gli oggetti, gli impegni, la fretta, il tempo che scorre all’infinito (ma è sempre poco, non basta mai!): quanto spazio libero resta? quanto ”vuoto”? quanta ”noia” ci è concessa? L’uomo è un animale relazionale, perchè nella relazione si sente riconosciuto, ma, oggi, il rischio è quello di provare un senso di trasparenza, di inesistenza se l’occhio dell’altro non è connesso con il nostro e viceversa. In questo gioco di sguardi in cui però non c’è riconoscimento ma solo un’idealizzazione superficiale, si crea un caos interno da cui è difficile uscire se non ci si concede una sospensione. Permettersi un punto di vista pulito, con pochi strumenti personali (gli occhi, il respiro, il silenzio) è concedersi un grado minimo di ascolto, ripensare alla ciclicità dell’esistenza che non ci rende migliori o peggiori di nessuno ma semplicemente umani. Concedersi un’uscita di sicurezza (ideata con un misto di ironia e poesia) quando il troppo è solo troppo, e in fondo serve a ben poco (se non a generare confusione). In un momento di sospensione da tutto è stata ideata ”punto di vista in uscita di sicurezza”. L’incasso della finestra del mio studio di quando ancora ero studente all’Accademia, una scala stretta e lunga, e il dipinto delle nuvole che amo contemplare: un po’ di vuoto, pochi elementi semplici e significativi (per me), e il piacere del silenzio sono ciò che mi permette di godere della poesia e di quella sana noia che lascia spazio a nuove idee.
Anna Turina vive e lavora a Lecco. Esordisce nel 1995 al Salon I dell’Accademia di Brera e dal 1998 espone sia in Italia che all’estero. Gli studi successivi in Arte Terapia strutturano e consolidano i suoi interessi in campo psicologico e rafforzano il suo modo di rapportarsi con le differenti tecniche che restano il mezzo privilegiato di esplorazione e interpretazione della realtà intrapsichica e interpersonale.
La sua ricerca artistica utilizza differenti mezzi espressivi (scultura, installazione, fotografia, pittura, disegno etc.) per raccontare storie sempre nuove spesso legate al modo dell’infanzia e dell’adolescenza per meglio comprendere la strutturazione della personalità adulta.
Affascinata dallo spazio come luogo da vivere sperimentando, lavora prevalentemente con il ferro sfruttandone i diversi aspetti, senza tralasciare altri mezzi in rapporto ai luoghi con cui è chiamata ad interagire.