Descrizione Opera / Biografia
Descrizione opera:
Tecnica mista (grafite, matite colorate b/n, PanPastel colors) su carta / Anno 2018
”Ritorno
alle mie mani
perchè loro sole
sono io”
Biografia:
Nasco a Sassuolo (MO) nel Giugno 1977. Nel 1996 conseguo il Diploma di Maestro d’Arte e nel 1998 il Diploma in Grafica Pubblicitaria e Fotografia presso l’Istituto d’Arte ”A.Venturi” di Modena. Nonostante questo il mio percorso nell’Arte figurativa rinasce diversi anni dopo: nel finire del 2013, in un momento inaspettato. Improvvisamente ricondotta a quella che riconosco come la mia essenza più vera, riprendo a dipingere in maniera costante scegliendo principalmente la grafite, sperimentando nel contempo, in maniera fortemente istintiva, molteplici mezzi pittorici e supporti.
Nelle mie produzioni riconosco quel legame profondo con ciò che ho vissuto e amato: le foto in bianco e nero di mio padre, le decorazioni floreali di mia madre, i neri profondi e i forti contrasti delle luci teatrali, i luoghi inconsci nei quali spesso mi smarrivo. Amo rappresentare figure femminili perché la donna è un essere fortemente bivalente, delicata e potente. La sua potenza ha la capacità di restare intima, in questo modo la comunicazione può svilupparsi in maniera empatica.
Rifuggo le rughe, i pori della pelle, i giochi d’acqua, i volti lentigginosi, le folte barbe, non sono dettagli per me significativi sui quali soffermarmi, anche se apprezzo sinceramente molte delle opere iperrealiste che alcuni artisti contemporanei straordinari realizzano, di fronte ai quali mi stupisco, non mi capacito. Ma osservando queste opere straordinarie realizzo la mia naturale lontananza da esse: non mi sento affatto iperrealista. Uso luci ed ombre vere ma da loro mi aspetto che, nell’Oltre dell’esistenza umana, siano mezzo di conduzione dal profondo alla superficie. E quest’ultima, nel cui volto umano trova spesso sede necessaria, deve vivere imperfetta come approssimazione alla fragilità perfetta.
Amo il nero: il colore del silenzio, il colore dell’intimo rifugio, il colore del luogo infinito e senza tempo.
Nelle cavità più intime del nero i più antichi dolori del rifiuto e le carezze del dubbio, la fabbrica di altri sogni. Do seguito a mondi interiori, inconscio e conscio si fondono, l’idea si scompone e ricompone, rivoluzionando i ritmi concettuali, ora mi rende inquieta, ora mite e amabile. Ho spesso la sensazione di non essere io a guidare questo divenire, ma l’armonia che diviene mi sveglia l’esistenza.
Ci vorrebbe un trattato di semplicità per spiegare che le mie opere non sono una meccanica stesura di colori, si tratta di un’arte che implica un’attività emozionale complessa. L’armonia del mondo in un disegno a matita, le variazioni di tono, lo studio dei chiaroscuri per separare luci e ombre e farne una sola luminosità. L’opera cresce a spazi che convergono e ne assumono gli umori umani.