Descrizione Opera / Biografia
Un breve corto sull’Uomo, e la sua interazione tra il Mondo esterno, in cui si muove e si relaziona, e il Mondo interno fatto di dolori, desideri e resilienza.
BIOGRAFIA
Davide Canali nasce ad Anagni nel 1981. La sua predisposizione per gli studi artistici lo porta a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Frosinone, dove si laurea nel 2004 con una tesi su Teoria e metodo dei mass-media in relazione al mondo dell’arte. Sebbene il suo interesse sia prevalentemente rivolto verso la fotografia e il video, in Accademia studia scultura, seguendo corsi anche presso l’Accademia di Carrara, dove sperimenta l’uso del gesso e la lavorazione del marmo.
Nel 2003 partecipa ad una mostra collettiva, riservata agli studenti, con l’opera “Spazio Concavo”, presso il Museo Archeologico di Castro dei Volsci. Nello stesso anno, dopo l’esperienza di Carrara, presenta l’opera “Kamicaze” in occasione del sesto simposio delle Accademie, tenuto a Suvereto (LU), opera che darà vita all’ installazione “Kamicaze 2” , per l’evento 8Arte.
Nel 2004 torna all’immagine video con il documentario “L’Italia Rom” sulla situazione storicosociale delle comunità Rom in Italia, con particolare attenzione al patrimonio artistico dei Sinti. Documentario di 20 min., selezionato da Citizen Report, andato in onda su Rai Educational.
Dal 2004 al 2008 lavora come programmatore, montatore e operatore per varie testate giornalistiche nazionali, quali TG1 e TG2.
Tra il 2008 e il 2009 torna alla scultura con l’opera “Migranti”, per il convegno organizzato dall’Associazione Culturale Attivart, di Giuliano di Roma (Fr), patrocinato dalla Regione Lazio, in occasione dell’apertura del Museo di Vulcanologia Ernica. Realizza una installazione di 73 elementi in ferro e pietra lavica, confermando un’attenzione particolare verso i problemi sociali dovuti alle migrazioni di popoli.
Il 2010 è un anno importante per Davide, che passa dall’uso del sistema analogico a quello digitale. Organizza un viaggio di studio e ricerca a Lisbona, confermando la sua sensibilità verso le categorie sociali svantaggiate, scegliendo la capitale portoghese per il suo passato coloniale, oltre che per un tributo personale a Tabucchi, scrittore che ha amato dopo la lettura di Requiem. Il reportage è stato realizzato nei quartieri periferici, crocevia delle migrazioni africane. Da questa esperienza scaturisce la sua prima mostra personale “Lomo e Zenith”, curata da Loredana Galassini, presso la Città dell’Utopia di Roma.
Sempre nel 2010 dirige la fotografia nel documentario “La Meglio Gioventù di Monstar” di Giuseppe Valente, sulla nuova identità etnica degli abitanti di Monstar, dopo i fatti sanguinosi degli anni ’90.
Nel 2011, con il video “Se fossi tu” per Loredana Galassini, vince il premio speciale Pietro Croce. Il video è realizzato per il comitato scientifico contro la vivisezione, sponsorizzato da Equivita.
Nel 2013, per la giornata della cultura di Frosinone, realizza “Esaclorocitoesano”, una installazione – denuncia sull’inquinamento della valle del Sacco.
Nel 2014 si dedica al confronto analogico – digitale, con l’installazione “Solitudine Analogica, la Poetica del Duale” presso il palazzo Mancinelli di Ferentino (Fr), per la 15ª edizione di 8Arte.
Nel 2015 la installazione itinerante “Lampedusa”, realizzata con Giancarlo Canepa, è una denuncia contro la ghettizzazione, causa di ogni forma di razzismo.
“Enaria” del 2016, documentario sulla identità etnica e geografica dell’isola di Ischia, viene selezionato nel festival serbo NIS, e scelto quale doc. semifinalista al “Cinefest” di Los Angeles, finalista al festival internazionale del documentario Marcellino De Baggis 2017.
VIDEOART
DAL 2015 inizia a produrre brevi video artistici, molto concettuali ed efficaci nel loro contenuto. Il tema, coerente con il suo pensiero e le sue scelte, riguarda la drammaticità della condizione umana, una riflessione sulla migrazione dei popoli, che definisce, nel suo blog, schiavitù in tutte le sue manifestazioni.
Titoli:
“Amniotic”
“Always be my brother”
FOTOGRAFIA
Durante i suoi viaggi di studio e ricerca, in Africa (Marocco) ed in Europa, i suoi reportage - denuncia sono stati realizzati in luoghi periferici, dove i contrasti sociali sono più evidenti, manifestando con i suoi scatti una indignazione verso ogni forma di sfruttamento umano.