Descrizione Opera / Biografia
Volontariamente imponente e all’altezza degli occhi dello spettatore, quest’opera intrappola lo sguardo e lo incanala inesorabilmente verso il suo centro, come un buco nero che non lascia sfuggire al suo campo gravitazionale nemmeno la luce.
Una bicromia, quella fra il candido marmo e il crudo ferro, che crea un contrasto evidente.
La fine e delicata forma concentrica del marmo di Carrara accoglie il ferro al suo interno. Immobile, statico, incornicia un dinamismo formato da molteplici fili di ferro in un abbraccio morbido.
Un dualismo ingannevole, poiché è proprio il ferro a essere la parte più calda e cedevole dell’opera.
Come attratti dal buco nero, abbandoniamo involontariamente gli occhi al vortice delle scure punte del ferro che ci guidano verso il centro, risucchiandoci nel vuoto che l’opera, come una singolarità gravitazionale, gelosamente trattiene.
Biografia
Nasco il 30 Agosto 1994 a Firenze, da un famiglia dove l’arte aleggia da sempre nell’aria. La presenza di mio padre, marmista e con una passione personale per la scultura e per la manualità, mi spinge fin dalla tenera età ad avvicinarmi all’arte nella sua molteplicità di forme.
Lavorando nello studio dedicatomi sin da bambino, ho l’opportunità di spaziare nella sperimentazione, passando dalla pittura alla scultura di volti, greche, moduli, figure floreali, iscrizioni, e creazione dal gesso di cornici architettoniche.
Col tempo comprendo che l’arte non è soltanto ciò che so fare, ma rappresenta anche ciò che sono e le parole con cui mi esprimo.
La scelta del liceo artistico diventa quindi prevedibile, e a seguito di questo l’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove tutt’oggi studio scultura.
Oltre all’attività curricolare, svolgo il mestiere di marmista e saltuariamente quello di restauratore lapideo. In concomitanza con queste attività amo dedicarmi privatamente alla pittura e alla stampa, per la quale disegno e rilego autonomamente i miei progetti con mezzi di mia invenzione.
Con il mio lavoro intendo esplorare tutti i lati della mia creatività. Creare nella maniera che riprende anche la radice sanscrita della parola stessa “kar-“, ovvero “fare” con le mani, l’unico mezzo che ho scelto di usare.