Descrizione Opera / Biografia
Il lavoro consiste in una serie di mazze da baseball colorate realizzate in vetro di Murano soffiato. La fragilità e la preziosità del materiale entrano in aperto conflitto con la natura dell’oggetto, nato per colpire. La sensualità tattile della materia contrasta con la violenza potenziale attuata o subita. Idealmente, se si provasse a usare una delle mazze per colpire qualcosa o qualcuno, il manico si spaccherebbe tra le mani di chi tentasse di fendere il colpo.
L’opera Run Home (self-portrait) si inserisce all’interno della ricerca sull’ambiguità di ciò che è considerato male, attuata cercando di riportare all’interno del sé quelle parti oscure che generalmente vengono tenute lontane, ma che formano, sommate a ciò che consideriamo bene, un essere umano nella sua interezza.
Ruth Beraha
Milano, 1986. Vive e lavora tra Venezia e Milano.
Dopo la laurea in Storia dell’Arte presso l’Università Statale di Milano, si trasferisce a Gerusalemme per frequentare la Bezael Academy of Arts and Design. Nel 2014 si specializza con Nicola Setari in Arti Visive e Curatoriali presso NABA, Milano.
Nel 2012 è stata assistente di Chiara Fumai per la realizzazione dell’opera presentata a Documenta 13, curata da Carolyn Christov-Bakargiev a Kassel. Tra il 2013 e il 2016 partecipa a diverse mostre collettive tra cui: disUmanesimi, a cura di Marco Scotini, presso la Galleria Biagiotti, Firenze, DayDream Factory, curata da Peter Friedl in Viafarini, Milano; Occupare Orizzonti, a cura di Bert Theis a Isola Art Center, Milano.
Dopo cinque anni da direttore di produzione video, nel 2017 collabora con Giorgio Andreotta Calò e Roberto Cuoghi per il Padiglione Italia alla 57esima Biennale di Venezia, Il mondo magico, a cura di Cecilia Alemani. Nello stesso anno vince la residenza-studio alla Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia ed è invitata a partecipare alla mostra collettiva Take Me (I’m Yours), a cura di Christian Boltanski, Hans Ulrich Obrist, Chiara Parisi, Roberta Tenconi, Pirelli HangarBicocca, Milano, all’interno del programma Generosity. Nel 2018 partecipa a SPRING/BREAK Art Show, a cura di Andrew Gori e Ambre Kelly, New York City.
Ha smesso di andare allo stadio nel 2010. Non ha mai smesso di giocare a calcio, arrivando fino alla serie B.