dialoghi metafisici
mixed media; ferro, terracotta, materiale di recupero, fumogeni, spray, monitor,
dimensioni variabili 220x200, 2:15
dialoghi metafisici
mixed media; terracotta, ferro, monitor, spray, materiali di recupero
variabili 350x250; 2:15
portrait n°3 portrait n°2
ferro, terracotta, materiale di recupero, bomboletta spray
variabili 250x150, 2:20
Si può comunicare con un oggetto inanimato? Cercare di instaurare uno scambio reciproco di emozioni con un luogo a noi caro?Con l’installazione “posso parlarti” l’artista cerca di instaurare un dialogo con una fabbrica abbandonata. Colpito dall’immensa bellezza dei suoi spazi e dalla malinconia della poetica contemporanea che si cela dietro questi scheletri, cerca di spazzare via la solitudine che questi luoghi sembrano provare, abbandonati dall’uomo dopo aver compiuto i suoi scopi o magari fallito.Attraverso 3 strutture, che prendono vita riempiendo di fumo colorato gli spazi, inizia un dialogo tra gli oggetti e il luogo, tramite forme, materiali, colori, suoni e odori. Le strutture - create in laboratorio dall’artista - attingono al suo immaginario di fabbrica abbandonata, rappresentando il luogo, tanto da poterli definire “ritratti scultorei”. Queste sculture raccontano ciò che quel luogo è adesso e ciò era in passato, in una chiave quasi caricaturale: miniature, esteticamente educate, che emettono fumo colorato.La volontà dell’artista è quella di ridare vita ad un luogo - almeno in maniera figurativa e giocosa - donandogli una sua rappresentazione e “attivandola” nel suo stesso spazio. La performance del dono e della rinascita dell’oggetto/spazio - momento in cui le strutture sono state inserite nel contesto da cui traggono ispirazione e sono state attivate facendole emettere fumo colorato - è stata oggetto di riprese video, che in un contesto espositivo vengono proiettate su monitor alla base della scultura, al fine di creare una narrazione di queste mini-fabbriche.Creando questi ritratti sono affiorati, un po’ per volta, i ricordi d’infanzia dell’artista, il senso di libertà che si respira in uno spazio neutrale e anarchico come gli stabilimenti produttivi abbandonati: il fascino del proibito, l’idea di essere grandi e invincibili. In modo inconsapevole il subconscio dell’artista ha ricreato quelle sensazioni e quell’atmosfera attraverso scultura e performance. Questo è diventato per lui un modo di ricordare che esistono, celebrando il loro fascino e la loro bellezza.
L installazione si articola nelle 3 sculture posizionate a circa un metro una dall altra, alla base di ognuna e’ presente un monitor (appoggiato alla base) che proietta il video in loop girato durante la performance nella fabbrica abbandonata dell “attivazione” della scultura/ritratto. Il rumore di un fumogeno dall accensione allor spegnimento della durata di circa 60 secondi risuona in loop da una piccola cassa nascosta dietro un monitor.
Sul pavimento sono sparsi i fumogeni utilizzati durante le riprese i quali ancora emanano odore di bruciato, donando alla fruizione dell opera anche un tono olfattivo.
——Alberto Parino, classe 1994, è nato in provincia di Torino e si è laureato con lode nella Scuola di Scultura dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Alberto è un giovane alla ricerca della sua personalità e poetica nel campo artistico: questo lo porta a sperimentare tecniche, materiali e forme, spaziando dalla scultura alle video-performance, dall’artigianato alla produzione di gioielli in metalli preziosi.- Invitato a partecipare ad Humus Park 2016 - manifestazione di land-art di Pordenone - ha vinto il 1°premio insieme al collega scultore Luca Mollo. - Creatore di installazioni artistiche per CELTICA 2016 - Festival internazionale di cultura celtica- Assistente dell’artista Luigi Stoisa, in particolare per l’allestimento della sua mostra personale alla Mostra di Ceramica di Castellamonte, settembre 2017- Mostra collettiva nel Teatro di Cuorgnè, luglio 2015