Descrizione Opera / Biografia
DESCRIZIONE OPERA: L’insula, o lobo dell’insula, è una regione del cervello. Si ritiene che svolga un ruolo importante nel processo di mappatura degli stati viscerali associati a esperienze emozionali. L’ipotesi attuale è che l’insula funzioni come una specie di scanner corporeo che riceve ed integra un vasto numero di segnali semantici, tramite i quali costruisce la rappresentazione interna del sé corporeo (”The material me”). Sono nata su un’isola – vulcanica. “Insula” parte da questo dato di fatto. L’isola che sto (ri)cercando non è un luogo fisico, ma una mappatura ancora senza un centro, costruita attorno alla caratterizzazione dei luoghi radicati nel mio immaginario sul mediterraneo. La geografia diventa il mio punto di partenza per un’indagine introspettiva. Insula è un lavoro di accumulo iniziato nel 2014. È anche il luogo - dell’accumulo, un luogo dai confini porosi dove la visione diventa percezione o viceversa - è un sogno e un ricordo, eppure ancora un’esplorazione, basata su un sentimento contrastante che oscilla tra inquietudine e meraviglia, instabilità e indizi, suggestioni che cercano di parlare dell’essenza dinamica, vulcanica e liquida dell’identità mediterranea. È un lavoro di rivelazione: dell’isola, dell’acqua e ovviamente di me stessa. BIO: Nata a Ischia (NA) nel 1984, durante gli anni dell’università, in parallelo con gli studi in Architettura alla Federico II di Napoli, mi concentro sulla fotografia come mezzo espressivo, con un particolare interesse per il paesaggio. Integro la mia formazione nel campo delle arti visive e inizio a partecipare ad alcune esposizioni collettive. Nel 2012 entro in LAB, il Laboratorio Irregolare di Antonio Biasiucci, una masterclass biennale che cambia radicalmente il mio approccio alla fotografia. La mia ricerca personale è incentrata sull’elemento acqua e l’insularità, sulla percezione del paesaggio e degli spazi, sull’archiviazione del ricordo, sulla costruzione dell’immaginario; partendo da un’indagine introspettiva, con metodo cartografico, mi focalizzo sulle geografie del pensiero, le tracce, il viaggio, la visione, le ferite. Lavoro per accumulo e per molti anni sullo stesso tema: scavo nel paesaggio come scavo in me stessa, allo stesso modo e per lo stesso motivo. Esplorando temi e condizioni della vita come il transito e la sosta, la grandiosità dei paesaggi materiali e la loro fragilità, analizzo poeticamente ciò che mi circonda. Cerco di mappare, fissare, per costruire un mio arcipelago di certezze.