Toshiaki (The Digital Skin Series)
stampa fotografica a sublimazione su alluminio, alluminio sublimato.
100x130
THE GOOGLE TRILOGY – 1.Report a Problem
stampa fotografica a sublimazione su alluminio, alluminio sublimato.
216 cm x 12 metri e 24cm
DIGITAL PAREIDOLIA: A Personal Index Of Facebook’s Erroneous Portraits
stampa su pvc trasparente adesivo, pvc e muro
180x90 cm
The Sicilian Family
stampa fotografica a sublimazione su alluminio, alluminio sublimato.
310x97
The Digital Skin Series è composta da diciotto autoritratti in cui indosso la “pelle digitale” di sconosciuti che ho incontrato e fotografato utilizzando una macchina modificata ad altissima risoluzione. Ho utilizzato uno scanner 3D per ottenere un modello tridimensionale della mia faccia e vi ho applicato le foto scattate come fossero un ulteriore strato. Il risultato è una serie di fotografie in cui bidimensionalità e tridimensionalità vengono forzate a coesistere in modo intimo e imprevedibile.
Miti e leggende sulla pelle sono parte integrante delle più disparate culture, e sono sempre legati in modo simbolico a radicali metamorfosi biologiche. Per esempio, per i Navajo del Nord America, (i quali consideravano la pelle al pari di una maschera), bastava incrociare gli occhi con quelli di uno skinwalker ed esso si sarebbe proiettato all’interno del corpo della vittima rubandone l’aspetto esteriore. Nella network society contemporanea, i corpi hanno abbandonato quel tipo di condizione organica e vengono caratterizzati da nuovi stati transitivi: gli individui sono diventati divisibili, scomponibili in aggregati di dati e segnali. La nostra pelle, ultimo grado di separazione tra noi e il mondo, è divenuta una membrana transiente che cambia di pari passo con le nostre forme trans- e meta- umane. Lo spazio culturale che era occupato dagli skinwalkers di ogni cultura è oggi occupato da infinite mediazioni e riconfigurazioni. Quel che significa essere umani resta comunque invariato: scivolare attraverso mutazioni generative, corruzioni e degenerazioni che rifuggono da ogni chiara categorizzazione.
Bio:
La prima linea di ricerca di Emilio Vavarella si propone di investigare le forme di potere a cui l’uomo è soggetto, e affronta il rapporto tra soggettività, memoria e i limiti degli attuali discorsi tecnico-scientifici. La sua seconda linea di ricerca pone, invece, l’uomo come centro di potere e si rivolge a misurare gli effetti del potere esercitato da quest’ultimo, focalizzandosi sull’incontro tra uomo e forme di creatività non-umana, di tipo sia naturale che artificiale. Vavarella intreccia teoria e pratica e si muove da un medium all’altro, sperimentando sia quelli tecnologici sia quelli tradizionali. Di recente, l’artista ha prodotto installazioni frammentate composte da immagini, artefatti e dispositivi che si prestano a letture complesse e narrazioni non lineari, e che rispondono in modo sempre diverso al loro contesto espositivo, fisico o virtuale.