3.50 kg di janfabre a 5000$ (ovverosia i morticani che ti ga)
catalogo ”glass and bone sculptures”, vetro di murano (the dead street dogs), vite torx, piedistallo, reliquiario, fotografia incorniciata, vetro, carta, legno, acciaio, ferro, vernice acrilica, plexiglas
variabili
Bio:
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Filippo Rizzonelli
Nato in Trentino, attualmente vive a Venezia.
Co-fondatore e membro dell’artist-run space ”zolforosso”, dal 2017 sito in SantaCroce 1894.
Diplomato in Pittura presso l’atelier F tenuto da Carlo Di Raco nel 2017, attualmente frequenta ed é iscritto al corso magistrale del Dipartimento di Arti Visive dello IUAV.
Nel 2018 partecipa ad una residenza di due mesi a Taiwan, ospitata nell’ex raffineria di zucchero di Kaohsiung e colá realizza una propria mostra personale curata da Sinpi Chang;
Kio-a-Thau Sugar refinery, Artist village, Kaohsiung, Taiwan.
Sempre nel 2018 viene selezionato come finalista del premio Combat ed espone ”l’anno dell’uomo Rana-Cavallo”.
Mostra collettiva presso la Sala degli Specchi, Museo Giovanni Fattori di Livorno, nona edizione del PREMIO COMBAT PRIZE.
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3.50 kg di janfabre a 5000$
(ovverosia i morticani che ti ga)
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Da diversi anni lavoro a Venezia come operaio specializzato (art-handler)
nelle Biennali d’arte ed architettura, nelle mostre collaterali ed in altri simili contesti.
Quest’attivitá professionale mi é utile per diverse ragioni; oltre al soldo mensile (qui va sans dir) ho modo di esplorare possibilitá allestitive interessanti e partecipare alla realizzazione di mostre più o meno importanti seguendole sotto diversi aspetti, vivendone le contraddizioni e gli elementi contestuali..
Ma soprattutto mi mette in condizione di recuperare ed accumulare oggetti e materiali di scarto per le mie ricerche, pitture ed installazioni.
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3.50kg di janfabre a 5000$ (ovverosia i morticani che ti ga) nasce così.
Da una dimensione quotidiana, immediatamente politica.
Si tratta di una consapevole e reiterata operazione di furto dello scarto;
un atto di riappropriazione, che barcolla in bilico tra il lecito recupero di inutile immondizia e l’illegale furto concettuale e materiale di pezzi di opere d’arte, a volte molto costose.
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Fanno parte dell’opera:
• un catalogo originale della mostra “Glass and bone sculptures 1977-2017” dell’artista Jan Fabre, tenutasi nell’Abbazia di San Gregorio nel corso della 57° Biennale d’Arte di Venezia. Non consultabile.
• 3.50kg di pezzi di vetro di Murano lavorati a mano, provenienti da “the catacombs of the dead street dogs”. Adagiati a pavimento in un reliquiario trasparente.
• un piedistallo espositivo molto grezzo.
• il ricordo impolverato e fluttuante (la foto dell’installazione “i morticani”), incorniciata ed autografata sul retro da Jan.
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Lavorare dietro le quinte di una mostra d’arte di alto livello consente di disvelare e demistificare il dispositivo che le genera, organizza e narra.
L’importante in questi eventi è garantire in tempi stretti un risultato apparentemente perfetto, celando il piú possibile gli espedienti tecnici d’allestimento ed il lavoro che ne consegue.
Tanto piú il lavoro degli allestitori sará invisibile o mimetizzato all’occhio del fruitore della mostra, tanto piú le opere saranno valorizzate nel nome dell’Artista.
Il non detto di questo silenzioso accordo sono i rapporti di forza propri di una dimensione lavorativa come le altre e la necessitá del mercato di far apparire sempre uno o pochi nomi come artefici di qualcosa, celando la pluralitá dei soggetti che hanno contribuito a renderla possibile.
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3.50 kg di janfabre a 5000$ (ovverosia i morticani che ti ga) è quindi un piccolo atto di rivincita,
personale e collettiva.
Il lavoro d’allestimento viene evidenziato a discapito dell’autorialitá attribuita agli oggetti coinvolti, pur senza rinunciare ad un pizzico di violenta satira verso i dispositivi di valorizzazione economica propri dell’arte contemporanea. Si tratta di Reliquie trafugate da una catacomba, oggi riscoperte e rese rivendibili come parti fondamentali nel culto dell’Artista.
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Glossario:
Fare le doggate
Espressione gergale propria del mestiere dell’allestitore d’arte, che indica l’atto di produrre un tecnicismo tanto grezzo quanto efficace, sufficientemente ben mimetizzato nel complesso espositivo da apparire semi invisibile agli occhi di un osservatore esterno.
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I morticani che ti ga
Espressione comune e dialettale veneziana che indica disappunto verso qualcuno o qualcosa. Declinabile in diverse forme e varianti allocutive piú o meno elaborate.
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Mi sembra divertente associare questi due modi di dire popolari ai morti-cani (the dead street dogs) di Jan.