OPERA IN CONCORSO | Sezione Video

 | Scrolling Belly

Scrolling Belly
preferibilemente su schermo, in loop
1:33

Tina Grifoni

nato/a a
residenza di lavoro/studio: Firenze, ITALIA


iscritto/a dal 09 mag 2020


Under 35

https://cargocollective.com/tinagrifoni


visualizzazioni: 382

SHARE THIS

Descrizione Opera / Biografia


DESCRIZIONE OPERA
Close up di una pancia su cui è proiettata la bacheca di un profilo Facebook. Il movimento della pagina del noto social network che scorre si sovrappone col movimento dell’aria che gonfia e sgonfia la pancia. Il rumore del respiro pronfondo si mescola con quello del campo elettromagnetico del computer.
In un periodo storico dove la comunicazione, e quindi la relazione, passa sempre più attraverso i devices digitali, una riflessione sul rapporto fra identità fisica e virtuale diventa necessaria. Siamo le informazioni sulla nostra pagina Facebook o il nostro corpo che respira? Cosa conta di più ormai nelle interazioni con l’altro?
BIO
Tina Grifoni (1989, Firenze) si avvicina alla fotografia molto giovane grazie alla Pentax MX di suo padre. A diciotto anni allestisce la sua prima camera oscura in casa. Dopo un corso di fotografia professionale alla Darkroom School of Photography (Firenze), studia Arti Visive e dello Spettacolo presso l’Università IUAV di Venezia. Dal 2014 al 2017 vive a Bruxelles per continuare la sua formazione alla LUCA School of Arts. Benchè la fotografia rimanga una grande passione e pratica quotidiana, negli anni sperimenta varia media: dalla performance, alla serigrafia alla videoart.
Nel maggio del 2012 crea la sua prima ”azione collettiva”. Da quel momento si interessa ai processi partecipativi e si interroga sull’estetica relazionale, influenzata dagli ”happening” di Kaprow e dal Situazionismo. Tra i progetti più importanti nella sua ricerca ”If you Plant a Seed” (nomade, 2012-2019), ”Building a Well” (Bruxelles, 2016), “Medley” (Monterchi, 2017), ”Un Tappeto per la Piazza” (Le Piagge/ Firenze, 2018), “Not a Drop” (Firenze/ 2019), ”La Forma dei Desideri” (Firenze/ 2020).