Il lavoro, attraverso la mia concreta immedesimazione nel supereroe dalla velocità supersonica, allude all’immaginario ultra virile dei superuomini mascherati, documentando in parallelo i momenti di affaticamento muscolare e i tentativi di recupero conseguenti ad uno sforzo fisico di sfinimento.
L’aspetto di finzione, reso tramite un rudimentale dispositivo di attivazione imaginifica, convive così con la struttura documentativa che testimonia il reale ansimare.
Il travestimento, nella sua maldestra amatorialità, contribuisce insieme al resto ad una messa in discussione dell’immaginario rievocato, riflettendo sulla questione del privilegio, della perfezione, in un tentativo di decostruzione delle stesse.