Descrizione Opera / Biografia
Rigenerazione fa parte di una serie di opere concepite per commemorare la ”Grande Guerra” 1915-1918. Il materiale utilizzato per realizzare questo lavoro è originale recuperato da quello che il Carso ancora ci fa trovare. Oggetti che sono stati testimoni di questi tragici eventi. Non essendo in grado di recuperare materiale ligneo risalente all’epoca del conflitto bellico, si è pensato ad una contaminazione ambientale delle tavole usate per la realizzazione dell’elaborato, trascinandole fisicamente lungo i sentieri e trincee del Monte Sabotino realizzando un video della performacne.
https://www.youtube.com/watch?v=ssxFZd_UIDU
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San Martino del Carso
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Di queste case
non e’ rimasto
che qualche
brandello di muro
,
Di tanti
che mi corrispondevano
non e’ rimasto
neppure tanto
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Ma nel cuore
nessuna croce manca
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E’ il mio cuore
il paese più straziato
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Giuseppe Ungaretti
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Andrea ha partecipato a numerose collettive d’arte facendosi conoscere e riscuotendo molto successo a livello nazionale. Il suo percorso artistico é legato a due figure importanti dell’arte goriziana Cesare Mocchiutti e Mario di lorio, rispettivamente insegnante e compagno di classe. Due figure che hanno segnato l’arte isontina degli anni ottanta influenzando con il loro carattere forte e dominante molti artisti del territorio. Il tema che egli affronta in questi lavori è quello della Grande Guerra. L’obiettivo é quello di raccontare attraverso i propri occhi la drammaticità di questo evento umanitario che ha coinvolto tantissime persone. Con questo conflitto si parla per la prima volta di guerra totale in quanto non si combatte si solo al fronte e nelle trincee ma vengono coinvolti anche i civili. Il contrario della guerra diceva qualcuno non é la pace ma il dialogo. E chi meglio di un artista può raccontare questo dialogo, esprimendo attraverso le proprie opere un pensiero. L’arte diventa un mezzo per interpretare il pensiero dell’uomo. Gli strumenti messi a disposizione dall’arte contemporanea possono addentrarsi anche in tematiche cruente come queste. Numerosi sono stati in passato gli artisti che hanno raccontato la guerra, artisti convocati a corte per evocare battaglie, trattati, incoronazioni, come Velazquez, Rembrandt ma dopo Canova divenne più difficile convincere un artista a mettersi al servizio del potere e già alcuni di loro avevano preso posizione contro i vecchi regimi. Mai come nel 900 l’arte ha potuto esprimersi anche sotto forma di denuncia, diventando un percorso espositivo volto a sottolineare la ricchezza, e l’energia di idee molto impegnate. L’opera fa parte di un ciclo di tele realizzate per commemorare il centenario della Grande Guerra, esprimono molto drammaticità soprattutto per l’uso dei materiali con le quali sono state create. I materiali sono originali recuperati da quelli che il Carso ancora ci fa trovare. Pezzi di trincea, filo spinato, polvere di ruggine, scritte. Ed’é per questo uso di materiali originali, anche se poi rielaborati, che le sue opere acquistano maggior forza. Questo utilizzo di materiali in realtà non esprime né presente né passato. L’opera diventa una sintesi di dialogo tra storia e l’estetica. L’artista interviene facendola propria.