OPERA IN CONCORSO | Sezione Scultura/Installazione

 | MEXICO

MEXICO
tecnica mista: acrilico, matita, filo di cotone lavorato a uncinetto, perline, bambola messicana., antico cassetto d’archivio in legno.
cm 34 x 12 x 8

Elisabetta Ravi

nato/a a Genova
residenza di lavoro/studio: Genova, ITALIA


iscritto/a dal 30 apr 2021

https://eliravi.jimdofree.com/


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Altre opere

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CIOCIARIA 1944
tecnica mista: acrilico, conca in rame, cemento, carta bollata d’epoca., antico cassetto d’archivio in legno.
cm 26,5 x 12 x 13

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ERA LA MIA CUCINA
tecnica mista: china, lana, carta originale anni ’70., carta montata su pannello e incorniciata.
cm 40 x 40

 | 14-08-2018

14-08-2018
tecnica mista: legno, acrilico, tessuto, filati, garza., box in legno.
cm 34 x 29 x 19

Descrizione Opera / Biografia


MEXICO (2021)
In Messico a partire dal 1993, nello Stato di Chihuahua, in particolare a Ciudad Juárez, oltre 30.000 donne sono scomparse in un massacro senza fine.
Nel deserto ci sono centinaia di tombe senza nome.
Croci rosa affollano le strade e vengono brandite alle proteste: sono il simbolo delle donne morte per mano degli uomini.
La croce è un simbolo e ripete sul piano concettuale il senso dell’archetipo che vuole esprimere.
Per tradizione appare legata alla religione cristiana, ma le sue origini risalgono all’età neolitica.
La croce era il geroglifico alchemico del crogiolo, lo strumento dove la materia prima, lavorata con il fuoco, trovava la morte per rinascere trasformata.
Le croci rosa, deposte nel deserto di Ciudad Juárez in ricordo delle vittime, sono diventate strumenti di comunicazione simbolica. Utilizzando materiali che per consuetudine sono legati al femminile, la croce è stata simbolicamente e amorevolmente trasformata in un monile che non ha un davanti e un dietro, ma è corredata da una rosa simbolo del divenire e della ciclicità della vita.
Il mio intervento è un atto riparatore, un gesto sacrale, forse fugace, ma necessario per provare a non dimenticare.
L’opera fa parte di una serie di ”Memory Box”, oggetti e strumenti di viaggio nel tempo che simbolicamente si collegano a diversi periodi e luoghi e narrano incontri e storie da ricordare.
Il mio lavoro non parte mai da una teoria o da un progetto, ma da una ispirazione e da un atto creativo che in nessun modo ho ricercato.
Le mie opere sono sovrapposizioni temporali e spaziali e spesso legate alla memoria personale e/o collettiva.
Mi interessano le dinamiche sociali e identitarie e il rapporto che l’individuo ha con la sua storia.
”...già Platone, del resto, annotava nel Menone che ”conoscere è ricordare”, dove il ricordo è innanzitutto un ri-accordo che dalla dispersione genera unità e nell’unità rintraccia quell’identità soggettiva e oggettiva che siamo soliti chiamare ”Io” e ”Mondo””
Umberto Galimberti
BIO:
Vivo e lavoro a Genova
Diploma in Arte Terapia, Art Therapy Italiana, Bologna
Fotografia Professionale, Regione Lombardia, Milano
Qualifica Decoratore Enfap, Genova
Liceo Artistico Statale, Genova
Istituto Statale D’Arte, Chiavari (Genova)