Descrizione Opera / Biografia
Lorella Savarino nasce a Ragusa il 10 ottobre 1994. Frequenta il Liceo Artistico Tommaso Campailla di Modica e si diploma nel 2013. Successivamente si forma all’Accademia di Belle Arti di Palermo conseguendo il diploma di I livello in pittura nel 2017 e il diploma di II livello in pittura nel 2020. Vive e lavora a Modica.
Tra le esperienze più formative viene selezionata nel 2018 per il workshop con Gabriella Ciancimino per la preparazione e l’allestimento della sua personale IN LIBERTY WE TRUST curata da Daniela Bigi e Gianna Di Piazza, evento collaterale di Manifesta 12 a Palermo, presso Palazzo Ziino. Nel 2015 è selezionata per il workshop Verein Dusseldorf – Palermo con il docente e artista Udo Dziersk, alla fine del quale verrà allestita una mostra collettiva presso i Cantieri Culturali alla Zisa a Palermo.
L’interesse del mio lavoro è incentrato sulla costruzione di rapporti tra le forme (e i supporti), di spazi e di distanze. La sovrapposizione e l’incontro tra le forme e le cromie ne creano delle altre. Importante è anche l’impatto visivo cromatico dei colori, anch’essi in relazione tra loro. L’obiettivo è, appunto, mettere in rilievo le relazioni che gli elementi intrecciano tra loro. Tali forme sono come entità viventi (come in Flatlandia di Edwin Abbott Abbott) e diventano metafora dei rapporti umani. Porto avanti una riflessione sui legami affettivi e sul concetto di confine che mi conducono ad una presa di coscienza dei contrasti che caratterizzano la società attuale e i rapporti interpersonali. Il singolo e il gruppo; il singolo e la connessione con gli altri. A dimostrazione di quanto la parte sia dipendente dall’intero e viceversa. Una riflessione che si affaccia sulla situazione attuale del distanziamento sociale, su questo periodo di pandemia in cui i rapporti, già complessi, diventano ulteriormente delicati. Un’analisi dei rapporti umani nell’era della “società liquida”, come la definisce Zygmunt Bauman.
Qual è la giusta distanza tra noi e l’altro? Cosa rappresenta quello spazio? Un riferimento importante è per me “Il dilemma del porcospino”, finissima parabola di Arthut Schopenhauer in cui racconta metaforicamente le dinamiche all’interno delle relazioni affettive.
Parallelamente la mia pittura risente delle suggestioni del paesaggio e della campagna siciliani, ampiamente vissuti e fotografati. Questi vengono assorbiti e metabolizzati, per poi divenire altro all’interno del lavoro. Una pittura né astratta né figurativa o forse entrambe.