Descrizione Opera / Biografia
. La sua ricerca trova una stretta correlazione con questo stato di reiterata migrazione, che da spostamento fisico e geografico diventa presupposto esistenziale. È la condizione di chi si sente senza patria, senza un’identità finita e definita, per certi versi smarrito, alla deriva e insieme conteso da forze opposte, è la condizione dell’uomo contemporaneo. Nel lavoro di Napoles si coglie un approccio viscerale al disegno, quasi violento, sia nel segno di matrice espressionista, sia nei soggetti della rappresentazione, colti in un’eterna lotta, pervasi da un impeto quasi animalesco. Il foglio si trasforma in un’arena dove si dispiega una lotta estremamente fisica e a tratti erotica. Questo stato di eterna battaglia, però, non deve essere inteso in un’accezione negativa, annichilente, ma al contrario, si configura nella mente dell’artista come il dispiegarsi di una necessaria relazione tra corpi arrivando a contrastare la ferocia del segno con colori acquerellati o sfumati, con gialli luminosissimi, rosa e azzurri delicati, testimoni di una fragilità che è insita nella natura umana ed è ugualmente protagonista di questo scontro. Nei disegni di grandi dimensioni l’evidenza della carne è massimamente esplicita, in quelli più piccoli invece emerge più forte la duplicità di un’umanità sempre in bilico. In tutte si coglie quella frammentazione dell’essere che abbiamo detto essere il filo conduttore della sua ricerca. Di qui il titolo della mostra, Frammenti. Corpi michelangioleschi che sembrano tratti direttamente dalla scultura, si dibattono tra il finito e il non finito, in una condizione di catarsi continua. L’unità si spezza e i vari elementi anatomici diventano moduli, parti da ricomporre (si noterà che in certi casi gli arti sono numerati, come nei trattati di anatomia). Lo stesso accade con la scultura: sia nei soggetti che nella resa notiamo una diretta relazione con il non finito e l’abbozzo, con il frammento e la modularità delle parti, con la lotta e la contesa, con un approccio istintuale e aprogettuale del processo di realizzazione. Qui anche l’uso dei materiali è precisamente legato ai temi della ricerca: è evidente, per esempio, nell’incontro del legno grezzo - trattato a colpi di machete e lasciato in sospeso, nel bel mezzo del processo – con la fragilità del gesso – normalmente utilizzato come materia di transizione.
Napoles Marty, Camagüey (Cuba) 1982. Si diploma in scultura alla National School of Fine Arts San Alejandro de l’Havana nel 2002 e già dal 2003 è docente di disegno prima presso l’Atelier Heriberto Manero e poi presso la National School of Fine Arts San Alejandro, dove insegna anche scultura. La sua attività espositiva inizia nel 1997 e da allora ha esposto in più di 30 mostre, di cui 5 personali, a Cuba, in Spagna e negli Stati Uniti. Nel corso degli anni ha partecipato a varie residenze in Europa e America, in un continuo processo di studio, crescita e arricchimento culturale. È risultato vincitore di premi internazionali, le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche, come quella del MEAM, Museo Europeo de Arte Moderno de Barcelona. Attualmente vive e lavora a Copenhagen.