OPERA IN CONCORSO | Sezione Disegno

 | Digiunare sull’erba

Digiunare sull’erba
pastello e inconscio, carta
21x15cm

PL

nato/a a Modena
residenza di lavoro/studio: Modena, ITALIA


iscritto/a dal 30 apr 2021

http://www.pierlanzillotta.com


visualizzazioni: 870

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15x21cm

Descrizione Opera / Biografia


Il digiuno dal cibo fin da tempo immemore é considerato come una delle più potenti tecniche di purificazione e guarigione per il corpo umano, tramite esso é possibile intervenire sul metabolismo e cambiare il rapporto tra ossigeno ed anidride carbonica nel cervello, giungendo a quello stato meditativo necessario all’introspezione che può spianare la strada alla meditazione nonché ai primi passi verso il ricongiungimento con il proprio vero Sè.
Storpiando il titolo del celeberrimo dipinto di Edouard Manet, quasi invertendone il significato, é mio intento con questo disegno di piccolo formato portare all’attenzione il dramma dell’attuale situazione di estrema privazione in cui si trova il mondo dell’arte, della cultura in generale e non solo, dopo l’avvento della pandemia;
si intende inoltre rendere omaggio al grande pittore Francese.
Un paesaggio su due piani di lettura, il reale e l’inconscio, un paesaggio duale, frutto di questi tempi bizzarri e oscuri, che non porta soluzioni ma interroga appunto sulla dualità della realtà fenomenologica che ci pone sempre una coppia di opposti per ogni fenomeno analizzato, opposti indissolubilmente legati fra loro (principio della polarità enunciato già in antichità da Ermete Trismegisto).
Non c’è vita senza morte, alto senza basso, tristezza senza felicità,
quindi é da questa dualità che possiamo ripartire e riscoprire forme di adattamento e cura per affrontare il futuro, e se il “digiuno” di noi artisti, musicisti, attori etc… viene forzatamente imposto da cause indipendenti dal nostro volere, allora il nostro compito risiede nello sfruttare questa nuova contingenza trovando in essa ciò che vi é di positivo.
Questo paesaggio cerca ancora una volta di portare lo sguardo dello spettatore in una dimensione ”altra”, eterea, meditativa, piccola, nascosta e si sostanzia dell’intreccio tra i segni geometrici rappresentanti l’inconscio e le energie più sottili della natura, presenti nella nostra realtà, che si fondono con quella che ad un primo sguardo può ricordare una foresta, un manto erboso o un infinito germogliare di foglie.
Pierluigi Lanzillotta nasce a Modena nel 1982 e nel 2003 consegue il diploma presso l’Università del Progetto di Reggio Emilia.
”La produzione artistica di Lanzillotta si caratterizza per una certa trasversalità linguistica. […] c’è un quid che si manifesta in modo ripetitivo: pare che le sue opere suggeriscano percorsi per identificare il materiale deposto nell’inconscio e farle divenire patrimonio collettivo.” (Fulvio Chimento, 2019). Si ricordano la Biennale d’Europa e del Mediterraneo (Bari, 2008), Jeune Creation Europeenne (Parigi, 2009), finalista al Premio Zingarelli (Siena, 2012, a cura di Simona Gavioli), C9 Land (Rubiera, 2016, a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei) e Meditation Surface Tetrahedron (Castelnuovo R., 2020, installazione ambientale permanente in collaborazione con REFIN Ceramiche e Comune di Castelnuovo), 2020, partecipa al progetto editoriale nato in quarantena #acasatuttibene, frutto della collaborazione tra Espoarte e la casa editrice Vanillaedizioni.
Lanzillotta è un artista che negli ultimi anni ha preso parte a numerosi momenti espositivi in spazi pubblici e privati organizzati in Emilia-Romagna e fuori dai confini regionali, come la Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo, a Parigi nel 2009.
Nel corso degli ultimi anni di attività, e in periodi differenti, si sono interessati al suo lavoro vari critici e curatori, tra cui: Fabiola Naldi, Ilaria Dall’Olio, Gianfranco Maraniello, Alice Zannoni, Paolo Credi, Patrizia Siligardi, Simona Gavioli, Maria Letizia Tega, ma anche artisti come Andrea Chiesi e Wainer Vaccari, che hanno curato un suo intervento presso La Feltrinelli di Modena, nel 2012.
 
 
 
 

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