Descrizione Opera / Biografia
autoritratto
serie, 2020
stampa Giclée 50x75, applicata su alluminio con cornice
autoritratto, mostra una serie di dieci immagini che ritraggono frammenti di pelle dell’artista.
L’opera ragiona sulla contemporaneità, sul ritratto e sul volto come strumento di identità individuale. Il realismo delle sculture, realizzate in silicone attraverso il calco a presa diretta, porta alla luce l’immagine di una pelle, fotografata come fosse un oggetto in Still Life. Il volto nella sua totalità viene parcellizzato, il dettaglio acquisisce importanza e alla chiarezza si sostituisce l’ambiguità. La fotografia ri-media la scultura che non può essere saggiata; la percezione dell’immagine si sovrappone al soggetto, creando un’illusione velata. La necessità umana di mantenere in vita il volto fin dall’antichità – attraverso l’utilizzo di maschere mortuarie o effigi – lascia successivamente spazio alla fotografia: anch’essa agisce imprimendo la realtà su una superficie. Oggi cosa rappresenta il volto? In autoritratto il presente ri-media il passato, il continuo legame tra i media – qui utilizzati in senso mimetico – rivela la molteplicità dell’essere.
Sara Davide, Milano 1994.
Vive e lavora a Milano dove si laurea in Arti Visive, indirizzo scultura, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha conseguito un master di formazione in fotografia alla scuola CFP Bauer, Milano. Attualmente frequenta il biennio specialistico di Nuove Tecnologie dell’Arte, indirizzo fotografia, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.
La pratica artistica si focalizza in particolare sull’analisi del dettaglio e sull’importanza che acquisisce nell’insieme. Il mistero, il paradosso, l’onirico e l’illusorietà creano nei lavori estraniamento e necessità di riflessione, mettendo spesso in discussione la realtà che si vive. La -pelle- è un elemento che ritorna nei lavori creando il contatto con un’altra realtà, interiore e non superficiale. I linguaggi espressivi utilizzati sono differenti, la materialità in alcune opere diventa fondamentale nella pratica di mediazione e nella riflessione sul significato. Il mezzo fotografico è posto in relazione ai materiali, in un continuo gioco di integrazione e assorbimento della fotografia nella materia e della materia nella fotografia.
2021 “Maratona Di Visione”, 3° Rassegna Online di Videoarte, a cura di Alberto Ceresoli. Invitata da Presa Multipla con l’impegno curatoriale di Francesca Greco.
2021 “Publishing as Curating - Editoria come Curatela”. Workshop con Elisa Medde, editor-in-chief di FOAM Magazine, Milano.
2021 hoc videns, libro d’artista autoprodotto -edizione limitata di 22 copie-. Realizzato in collaborazione con Chippendale Studio di Luca Panaro, durante il progetto “Dummy Photobook”, Milano.
2020 “IPER Esterno Interno”, a cura di Francesca Greco, Federica Mirabella, Lidia Bianchi, CAREOF - Fabbrica del Vapore, Milano.
2019 “From A to B”, Fondazione Stelline, Milano.
2018 “Where is the Boys and Kifer?”, a cura di Roberta Pagani,
Marsèlleria Permanent Exhibition, Milano.
2016 GENE VI in “Waiting room”, Studio Terzo Livello, Milano.
2015/16 Collaborazione e co-founder del collettivo artistico GENE VI.