Descrizione Opera / Biografia
YAY.RED è il prototipo dell’anarco-capitalismo. Il suo vate protettore è Ferdinand de Saussure, di cui sul proprio sito web, http://yay.red, ospita a perpetua memoria un santino celebrativo.
Per l’anarco-capitalismo, la libertà dell’individuo è l’unica cosa che conta. Le regole sono quelle del mercato libero, che vive di prodotto e crescita della produzione. I governi, in teoria pubblici, si ritrovano privati ora della fiducia popolare che va tutta e sincera verso i privati; il privato è il nuovo garante, di una libertà di cui ci sentiamo tutti proprietari. Ce lo insegnano Apple, che rifiuta di fornire gli I-Phone all’FBI (e i cittadini stanno dalla parte di Apple); la Super Lega; Netflix, ormai norma morale planetaria sulle questioni di genere.
YAY.RED toglie definitivamente il prodotto dalla sua comunicazione per esibire i meccanismi del marketing, che dal prodotto prescindono. E poi però si attorcigliano su se stessi: perché vogliono, in fondo, vendere dei prodotti. YAY.RED è un’azienda creativa che osa, ma nei margini di quel che è concesso. Spreme la creatività inserendo nella forma conservatrice delle sue proposte messaggi di ordine diverso e provocatorio. Ma tutto è sempre e solo lecito “as long as you stay compliant”.
YAY.RED supporta ogni ideologia che supporti YAY.RED.
Il digitale ha permesso alla narrazione di arrivare ovunque, dunque tutti abbiamo a disposizione la stessa narrazione. La narrazione per sua essenza espone una moralità, un ordine, mette fila i conti del racconto: chi segue la narrazione si ritrova ad abitare la sua moralità. È il senso della narrazione, di ogni narrazione. La narrazione omogeneizzata sta eliminando la biodiversità culturale del mondo. Perché la narrazione che vince è la più forte, ma tale diventa perché segue un certo tipo di meccanismo: meccanismo, non scelta, non elezione. Meccanismo percettivo, come sbattere le palpebre se ti sbatto le mani davanti agli occhi: una certa musica con una certa inquadratura, un certo dialogo, e la narrazione ha vinto su di te. Ha vinto perché la segui, perché continui a guardare. È propaganda. Ma di che? Di niente. Perché il narrato della narrazione globale è dettato dal marketing, da quel che tira di più, da quel che funziona. Sensazionalismo. Gridare. Marketing. Agenda: strong female characters. I social, la ripetizione ossessiva, le slot machines propongono ritmi che portano l’utente a seguire il non-discorso a partire dal contenitore e non dal contenuto, che manca.
L’arte è diventata una narrazione. Mentre in realtà è un rito. C’è il sacro, nell’arte. L’arte è il sacro. È la caverna buia e umida dove succede il miracolo spaventoso. È mondo che si schiude e si presenta, mondo in figura di uomo che fa il mondo in figura di cosa, attraverso figure, simboli, ritmo e danze. L’arte che fa comunicazione non è negazione dell’arte, ma negazione dell’umanità; e diventa, nel migliore dei casi, decorazione d’interni.
YAY.RED è un’azienda che non parte dal prodotto, ma dalla comunicazione del prodotto. La comunicazione del prodotto diventa il prodotto, l’unico prodotto che c’è. YAY.RED fa pubblicità di niente. E la pubblicità - visto in tv - diventa base per il merchandising di YAY.RED, opere a venire che eleggono a sommo risultato la comunicazione del niente che il mercato è.
YAY.RED esibisce la narrazione - nefasta - dell’arte, lo splash, l’insta-emozione; e però non si ferma all’opera presentata, perché il punto non è l’opera. Quel che il merchandising dell’arte ha bisogno sia chiamato “opera”, in questo progetto, è l’“esibizione” dell’opera. L’esibizione del merchandising. Così la comunicazione della cosa diventa la cosa, che poi ha bisogno paradossalmente a sua volta di nuova comunicazione.
YAY.RED rincorre i propri obiettivi attraverso l’applicazione dei principi estetici del grottesco, nell’interpretazione di Aldo Braibanti: «Il grottesco è la crisi dell’ideale, quindi una via di mezzo tra il Tragico e il Comico. L’esperienza quotidiana offre infinite idee di grottesco, lo spazio tra la posa e il ruolo, l’inaridimento dell’impulso vitale nell’inadeguatezza. […] La messa in scena di una sacralità fittizia chiamata a santificare l’autorità costituita, ancor più quando residuale, si ribalta ad ogni passo nella figura del grottesco.» (Le prigioni di stato, Feltrinelli, 1969).
YAY.RED usa solo immagini stock.
YAY.RED sta aprendo un marketplace su Amazon. Per riappropriarsi dello spazio pubblico. Come la piazza del paese nacque per ospitare il mercato, il commercio, e divenne poi arena della discussione, del dibattito, della politica - scendiamo in piazza -, così YAY.RED vuole occupare lo spazio privato ma ormai pubblico di Amazon: una galleria di prodotti, con i video e le opere in vendita, che usa strumenti nati per il commercio per la propaganda, ora sensata, della discussione del commercio, della sua assenza di senso.
YAY.RED è una vera azienda; avere un’azienda è l’opera. YAY.RED è un happening anarco-capitalista.