Descrizione Opera / Biografia
L’opera affronta il tema del viaggio lento e frugale. La lentezza, la capacità d’osservazione e d’ascolto, il contatto vero con la natura e la rinuncia del superfluo, sono necessità che si contrappongono ad un turismo di massa fatto sempre più di immediatezza, eccessive comodità e mancanza di cura. L’opera è concepita come una singolare mappa per trovare la vera essenza di un luogo, la vera essenza di noi stessi. Viaggiare è percorrere le sinuosità del mondo e raccogliere per se una manciata di preziosi ricordi.
Annalisa Aversa è nata nella pianura lombarda nell’ottobre del 1978. Ha studiato pittura presso l’Accademia
di Belle Arti di Brera di Milano sotto la guida del maestro pittore Mino Ceretti. La sua ricerca pittorica è incentrata sul tema del paesaggio, che indaga senza cadere in una mera descrizione, piuttosto cercando di ricomporre alcuni suoi elementi attraverso il filtro della memoria e della sperimentazione pittorica. Ne emerge una ricerca tra figurazione e astrazione, tra segno e colore, tra la pittura e il suo supporto.
Annalisa Aversa ha partecipato a diverse esposizioni collettive ed è stata segnalata più volte in concorsi nazionali. Ha esposto collettivamente a Coopenaghen, Milano, Brescia, Monsummano Terme (PT), Biella, Soncino (CR) e in altri spazi espositivi a Lodi e nella sua provincia. Ha inoltre esposto un’ampia serie di opere su carta nella mostra curata da Stefano Cecchetto: “Corrado Balest/ Ercole Monti. Il mestiere della pittura. Confluenze Giani Sartor/Annalisa Aversa”, tenutasi nel Museo del paesaggio di Torre di Mosto (VE). Stefano Cecchetto ha così descritto la sua opera: ”Annalisa Aversa racconta la metafora di un paesaggio che potrebbe assomigliare alla superficie dell’universo; immagini leggere stese su carta, senza proclami, ma con la consapevolezza di possedere la torrenziale enfasi suggerita dalla giovinezza. Una pittura misurata la sua, che riproduce nel colore: il fruscio, il suono, o meglio, il verbero del paesaggio, con una delicata evidenza oggettiva che fa muovere e vibrare le cose. Nelle carte dipinte di Annalisa Aversa si ritrova una condizione di serenità dell’animo che induce a sfogliare il suo itinerario poetico con la consapevolezza che prima o poi incontreremo qualcosa che ci assomiglia: un cromatismo, un tono, un colore palpabile che rimanda agli umori, ai profumi dei territori della memoria; un paesaggio inconsueto, arcaico, ricostruito attraverso la visione evanescente dei ricordi. L’amore per le tonalità morbide, induce l’artista alla riscoperta del silenzio, le strade infinite che caratterizzano i suoi passaggi di colore alla ricerca di una malinconica distanza tra visibile e l’invisibile, rendono ancora più misteriosa la sua indagine e confermano ulteriormente la casualità dell’esistenza”.
Nelle sale del castello Mediceo di Melegnano (MI) ha tenuto un’ampia mostra personale nel 2011. Negli ultimi anni la sua ricerca si sta concentrando anche su installazioni ambientali incentrate sulle qualità espressive e pittoriche della carta, in un dialogo tra pittura e ambiente. Annalisa Aversa è madre di due bambini molto curiosi e insegna da anni Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico Statale di Lodi.