Descrizione Opera / Biografia
La ricerca artistica di Barbara Rosita Raimondo esplora il tema della morte, in relazione a una dimensione magico-rituale. Il rituale è inteso come atto ripetitivo di una comunità o di singoli, un modo per auto affermarsi di fronte a eventi traumatici che portano con sé il rischio di una perdita identitaria.
Negli ultimi anni l’artista ha visitato e fotografato più di venti ossari e reliquiari, diversi dei quali abbandonati o inaccessibili al pubblico.
L’opera nasce in seguito alla visita della Chiesa di Santa Luciella a Napoli, tra i poli del culto delle anime pezzentelle. Una tradizione che prevedeva l’adozione di un teschio da parte dei devoti, i quali entravano in contatto con le reliquie, pulendole personalmente e pregando per la loro salvezza nell’aldilà. In cambio era richiesta la guarigione dalle proprie malattie.
Attaccati alle pareti della cappella si possono notare, di fianco ai numerosi teschi, diversi ex voto: immagini votive stereotipate, primitive e, per certi versi, sgradevoli. Essi rappresentano il simbolo della guarigione ottenuta, attraverso la rappresentazione dell’organo in questione.
Oggetti-reliquia in grado di dare forma ad un tempo psichico fatto di emozioni unanimi, l’archetipo di un riscatto collettivo laddove si assiste ad una crisi della coscienza.
Il processo creativo intende rimanere spontaneo, privo di forme prestabilite.
L’immagine non intende riprodurre in maniera descrittiva gli scenari indagati ma, piuttosto, proporli in nuove forme adeguate a quanto essi provocano.
Un processo di desacralizzazione del culto, attraverso una sua interpretazione, e, allo stesso tempo, sacralizzazione del profano, tramite la produzione artistica come fenomeno di autocoscienza dell’artista.
Barbara Rosita Raimondo nasce nel maggio 2001 a Segrate (MI). Ha frequentato un liceo scientifico in provincia di Como e attualmente studia Grafica D’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia.