Descrizione Opera / Biografia
La serie scultorea prende avvio dalla parola ‘cratere’ che in sé contiene due accezioni: la pancia del vulcano e il vaso greco, utilizzato per mescolare acqua e vino durante le feste.
A scopo di lasciare un’impronta tattile della texture magmatica, l’argilla nera è plasmata con utensili di pietra lavica invece che con le dita, diventando propriamente un calco del vulcano. Dentro la terra rimangono incastrati frammenti di lava, ed altri sono posizionati appositamente sulle creste dei crateri. Nella cottura la pietra fonde in colature brillanti, all’apparenza metalliche.
I vasi sono sculture componibili, ad incastro e non fissate, come quelle primitive, la base è essa stessa una piccola montagna cava.
In Cratere le forme si confondono tra le rugosità, emergono conchiglie, si individuano falsi fossili, incrostazioni, esplosioni. I manici diventano orecchie, mani, organi non funzionali, strati minerali e contenitori.