OPERA IN CONCORSO | Sezione Fotografia

 | Dreamachine

Dreamachine
fotografia digitale, i.a., stampa su canson baryta prestige con cornice in legno scura
98 x 66 cm

Claudia Fuggetti

nato/a a Taranto
residenza di lavoro/studio: Taranto, ITALIA


iscritto/a dal 30 apr 2022


Under 35

https://www.claudiafuggetti.com


visualizzazioni: 276

SHARE THIS

Descrizione Opera / Biografia


Dreamachine è un’immagine generata da una rete neurale da me creata e fa parte del progetto Hot Zone:
La scoperta della zona del cervello in cui vengono generati i sogni è relativamente recente, si trova esattamente sopra la nuca e prende il nome di “hot zone”. Hot Zone è un progetto visivo che documenta lo svolgimento di un sogno lucido, ponendo lo spettatore in bilico tra finzione e realtà e si serve della fotografia come prova tangibile della sua esistenza.
Ho iniziato questo nuovo lavoro in un momento complicato della mia vita, alla fine del 2019; soffrivo d’insonnia ed ero molto ansiosa per il futuro, per il destino dell’essere umano e per l’ambiente, seriamente compromesso. I sogni hanno iniziato a fondersi con la realtà, diventando immagini: da quel momento la mia ossessione è stata quella di riprodurre ciò che vedevo durante le mie ore di sonno, annotando dettagli e cercando di ricrearli visivamente.
Le immagini presenti a livello subconscio vengono trasformate in un percorso visuale in cui visioni, flashback e allucinazioni si connettono tra loro, dando vita a nuove dimensioni spazio-temporali e mondi psichedelici. Il rapporto con il paesaggio e con la natura è complesso: i luoghi reali sono stati alterati tramite interventi di digital painting e sembrano provenire da pianeti alieni, assumono colori insoliti e si fanno specchio della tensione dell’essere umano nei confronti del futuro della Terra. Nella bellezza si nasconde un’inquietudine: ”I had a dream, which was not all a dream” (L. Byron).
Hot Zone diviene sinonimo di meta reale e a-temporale, dando vita a ciò che solitamente è destinato a perdersi dopo ogni risveglio. Il contributo dell’intelligenza artificiale può aiutare a superare il limite umano della memoria. All’interno del progetto, ci sono immagini (formato quadrato) di documentazione prodotte da una rete neurale da me creata.