Descrizione Opera / Biografia
Lettura del diario intimo di un’epifania: questa è l’intenzione nascosta nella composizione dell’opera.
Lo sguardo inquisitorio dell’osservatore viene reso possibile dall’inquadratura in primo piano e dalla luce diretta sul soggetto, immerso nei suoi pensieri e in uno sfondo nero al limite del reale, interrotto solo da una finestra che lascia entrare ben poca luce, sottintendendo l’arrivo del crepuscolo. Si osservano indiscretamente gli occhi languidi, persi nel vuoto, tipico di chi affronta un soliloquio raggiungendo la consapevolezza di non poter trovare verità ultime, scoprendo la vanità intrinseca delle cose.
Il quadro è un riferimento alla poetica di E. Montale (“Non chiederci la parola che squadri da ogni lato” e “Forse un mattino andando in un’aria di vetro”), ciò si intuisce anche dal titolo, volutamente modificato per sottolineare il rapporto fra l’osservatore, in particolare, e l’opera d’arte che rappresenta l’oggetto dell’artista da cui si chiedono verità, parallelamente a ciò che si chiedeva invano ai poeti.