O W
“ Noi vogliamo realizzare una rivoluzione per un progresso, nella fotografia: e questo per purificarla, nobilitarla ed elevarla veramente ad arte.” A. G. e A. Bragaglia 1911

Nel 2012, Fabrizio Passera fotografa ciò che resta di una dismessa e fatiscente fabbrica di elettrodomestici, la Zerowatt di Alzano Lombardo. Prende atto che la crisi economica ha generato la chiusura di molte fabbriche e matura la convinzione che un modello di società basato sui consumi non migliora la vita delle persone. In quei luoghi oggi silenziosi una volta lavoravano persone, si sentivano rumori assordanti di macchine e il vociare dei lavoratori. L’interesse di Fabrizio Passera per il Futurismo lo porta poi, nei suoi lavori, a “riprovare la sensazione dinamica del fotografare e, quindi, a rendere ciò che superficialmente non si vede”. Sperimenta nei suoi scatti i due pilastri sui cui i futuristi fondavano la nuova visione della realtà che si andava imponendo: il macchinismo e una nuova identità astratta, il dinamismo. Nelle sue fotografie colori squillanti e vibranti sono desaturati, pallidi, tristi e polverosi. L’immobilismo, il totale silenzio e il vuoto inquietante di spazi vuoti rimpiazzano la frenesia, le urla, il via vai degli operai e il lavorio delle macchine. Immagini in grande formato con le proprie traiettorie proiettano il visitatore al centro di una scena che lo induce a riflettere sul mondo odierno. Non è azzardato affermare che Fabrizio Passera ha prodotto qualcosa di nuovo e che il suo fotografare è un’esperienza che colpisce e coinvolge.
Febbraio 2021 Rocco Carbone