Descrizione Opera / Biografia
Che farmene delle stelle,/di questo vento leggero che mi accarezza la sera,/che farmene di una finestra spalancata sul mondo,/sull’orizzonte, se tu non ci sei?/Tutto ha una luce diversa se sei qui con me./Tutto ha senso solo se posso raccontartelo./Il mondo è semplicemente nel tuo abbraccio.
Jannis Ritsos, Che farmene delle stelle
Distanziamento: 1 parola, 14 lettere, 14 mutandine colorate, 2 volte il numero 7, 1 arcobaleno in potenza.
Il lungo tempo del distanziamento è entrato anche nel microcosmo dell’intimità. Il linguaggio non è neutro. Le parole producono effetti, non restano a fluttuare nell’aria.
La parola bianca, significante e significato, esprime non solo se stessa ma i suoi effetti, l’incontro mancato con l’altro.
La sofferenza della lontananza è una delicata scritta ricamata, visibile solo una lettera alla volta in un tempo innaturalmente dilatato che rispecchia il nuovo tempo pandemico.
Ogni lettera, un ideale giorno, il sospiro lungo dell’attesa che si dispiega in una sorta di doppio settimino che ricalca i tempi di elaborazione dei dati e delle decisioni politico-sanitarie: i giorni della settimana sono lettere slegate, parte di un tutto, un faticoso impossibile e lunghissimo arcobaleno, frattura emotiva visibile, superabile solo artificialmente, appendendo ogni capo in fila.
Nel tempo della pandemia, ognuno di noi si è scoperto solo e deve fare i conti con questa nuova consapevolezza.
Il distanziamento, (quasi) superato a livello fisico, permane a livello emotivo.
Le relazioni, svuotate d’essenza, sono forma ormai vuota di sostanza.
BIO
Laureata in Lettere moderne ad indirizzo storico-artistico (Trento), ha iniziato la sua attività artistica
negli anni duemila. Divoratrice compulsiva di arte dallo spirito vintage, lavora con materiali non
convenzionali e “objets trouvès” sulla comunicazione e sul tema della Casa, spazio fisico e luogo
dell’anima, e sulle relazioni (spesso problematiche) tra i suoi abitanti.
Attraverso installazioni e ready made materializza i loro sentimenti in piccole scenette ironiche e
apparentemente leggere.
Le sue opere sono state presentate in Italia in mostre collettive nazionali (Torino, Milano, Venezia,
Trento, San Giacomo, Pergine, Asolo, Ponte in Valtellina, Mestre, Guardamiglio,Preganziol e
Foligno) ed internazionali (Londra, Roma, Trieste, Rovereto e Agropoli) e in
personali (Cagliari, Ponte in Valtellina, Trento, Rovereto, Pergine, Bassano del Grappa).
Vincitrice della Collective 20 della No Name Collective Gallery (2021), finalista al “Festival
DeSidera” (2021) e ad ArtKeys prize 2020, vive e lavora a Trento.