OPERA IN CONCORSO | Sezione Pittura

 | The morbid trap

The morbid trap
tecnica mista, tela
166 x 128,5 cm

Marila Scartozzi

nato/a a San Benedetto Del Tronto
residenza di lavoro/studio: Venezia, ITALIA


iscritto/a dal 30 apr 2022


Under 35

https://www.instagram.com/marila.scartozzi/


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Descrizione Opera / Biografia


BIO ED ESPOSIZIONI
Marila Scartozzi (1999, San Benedetto del Tronto, Marche) ottiene nel 2018 un diploma di formazione superiore classica, si iscrive nello stesso anno all’Accademia di Belle Arti di Venezia entrando a far parte dell’atelier di pittura del professor Carlo Di Raco e Martino Scavezzon. Consegue il diploma triennale nel 2021, nel frattempo partecipa a numerose esposizioni e workshop a Venezia, Genova, Torino, Padova e nelle Marche. Prende parte al workshop di pittura a cura di Carlo Di Raco e Martino Scavezzon, Capannone 35 Forte Marghera nel 2018. Nel 2020 partecipa a Generazione in-forme presso la Qu.Bi Gallery di Vicenza, nello stesso anno fa parte di Extraordinario workshop a cura di Vulcano Agency in collaborazione con l’atelier F. Prende parte anche alla seconda edizione Extraordinario nel 2021, anno in cui espone anche
presso Casa degli artisti (FM). Prende parte alla mostra di ihaveavoice Emergere donna e viene selezionata nel 2022 per il concorso indetto da Argonauti per l’incisione, anno in cui si iscrive al Biennio specialistico in pittura presso l’Accademia di Venezia. Partecipa alla mostra collettiva nelle belve non più selve a cura di
Vulcano agency nel 2022.
STATEMENT
“Quella sensazione di irrealtà mi portò a inventare nuovi giochi, che a ripensarci ora mi sembrano più che altro tecniche di sopravvivenza. […] A poco a poco arrivai a fingere che quando portavo la veste tutto il mio corpo si dissolvesse: restava solo la stoffa con la mia forma, che andava in giro guidata da una forza
invisibile. […] Mi sentivo leggera come l’aria, senza pelle, senza ossa.”
- Nafisi Azar, Leggere Lolita a Teheran
Il mio lavoro pittorico indaga le diverse declinazioni contemporanee del rapporto uomo-ambiente, attraverso una ricerca visiva che spazia tra contesti diversi.
Il filo conduttore attorno a cui si costruisce il progetto è il tema dell’ambiguità del rapporto tra corpo femminile e presenza animale mostruosa.
La complessità dell’elemento corporeo nell’arte è stata esplorata a partire dal XX e XI secolo da molteplici artiste: il corpo è stato visto in questo periodo per la prima volta come condensato di esperienza personale, è stato evidenziato dal punto di vista dell’influenza della società e del trauma della percezione di sé che essa causa.
Nel mio lavoro l’aspetto corporeo è unito spesso a momenti tratti dalla quotidianità, che costituiscono strumenti per una rivoluzione pacata ma impietosa verso tabù e difetti considerati da nascondere ed edulcorare.
Vi è inoltre una volontà di ricerca riguardante il rapporto esistente con la presenza animalesca e bestiale, declinata in molte forme diverse. Il carattere ambiguo delle presenze animali che compaiono nel lavoro lascia interrogare lo spettatore sugli avvenimenti e sul senso di distorsione della realtà che subentra nel momento in cui ci si accorge di dettagli liberamente rielaborati.
La dimensione della mia pittura cerca di scovare, come Alice nel paese delle meraviglie che scopre proprio nel suo giardino di casa un accesso ad un mondo straordinario, un ambiente portatile e privo di limitazioni che riguardano la geografia, nazionalità, razza, genere.
Si evidenzia un forte retroterra appartenente all’ambito delle fiabe che vengono però trattate in maniera non convenzionale, con un conseguente scardinamento dell’ordine dei tipi fissi dei personaggi. I gesti delle figure, sono ambigui e le azioni non si concludono mai in un vero e proprio lieto fine. Ogni lavoro cioè presenta una complessità di visioni e fornisce allo spettatore la chiave finale di interpretazione dell’opera.
Dal punto di vista tecnico il lavoro è caratterizzato dalla combinazione di colori forti ed atmosfere e personaggi evanescenti, per restituire il senso di una dimensione allucinata tra sogno ed incubo. La tecnica comprende l’uso nella fase iniziale di inchiostri che assicurano un effetto evanescente che comprende un
margine di casualità. Vi è poi l’aggiunta di sezioni ad acrilico ed olio che creano campiture di piani in rilievo rispetto al resto del lavoro, conferendo maggiore ricchezza alle opere.