OPERA IN CONCORSO | Sezione Grafica

 | frammenti/ disegni per la Valle del Belice

frammenti/ disegni per la Valle del Belice
ossido su carta,
109 x 75 cm

Marilina Marchica

nato/a a Agrigento
residenza di lavoro/studio: Agrigento, ITALIA


iscritto/a dal 19 mar 2022

https://www.marilinamarchica.com/


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50x70

Descrizione Opera / Biografia


Fra le diverse aree considerate, Marilina Marchica ha scelto di focalizzarsi sui ruderi di Poggioreale connettendosi simbioticamente con la propria indagine estetica, attraversata da una costante attenzione per la labile linea di demarcazione tra assenza e presenza.
Nonostante Poggioreale sia stata oggetto di una ricostruzione controversa, seguita al terremoto del 1968 che ha colpito diversi centri siciliani, sono proprio i ruderi della città vecchia ad assumere un ruolo simbolico particolarmente pregnante nello scenario paesaggistico (e sentimentale) della Valle del Belìce.
Ancora visibile e facilmente accessibile, nonostante i divieti e il cancello che ne limitano l’ingresso, Poggioreale antica si impone nell’immaginario di Marilina Marchica come un luogo atemporale e dai tratti surreali che si caratterizza per i frammenti delle architetture urbane, manifestazione tangibile delle abitudini quotidiane di una comunità costretta a migrare, puntellate da impalcature arrugginite di cui, ormai, la natura è divenuta parte integrante. Oltre quel cancello, che separa Poggioreale vecchia dalla campagna e dalle città ricostruite, i frammenti di Marilina Marchina sono costellazioni, galassie, isole di senso.
La scelta di questo sito da parte dell’artista è certamente riconducibile al fascino esercitato dalle rovine che tanta importanza ha avuto in arte e letteratura, basti pensare alla linea di pensiero che da Walter Benjamin giunge a Marc Augè o alle opere di autori come Anselm Kiefer e Adrian Paci. L’attenzione al rudere si radica altresì nella ricerca che da diversi anni Marilina Marchica dedica alle tematiche dell’impronta, del calco e dei segni, espressioni di un sentire personale orientato alla lettura del presente in chiave di superamento del varco, convenzionalmente inteso. Altro aspetto cruciale è l’attenzione riservata ai materiali più poveri, dalle muffe al tufo, dalle polveri al calcestruzzo, dalla carta del pane agli scarti.
È pure il caso dei ”frammenti” di Poggioreale, che divengono dunque l’alter ego del rudere nonché il segno tangibile di una vita rimossa, di un’architettura sventrata, di un suono divenuto silenzio, di un movimento adesso sospeso. Una serie copiosa di schizzi, disegni, collages e frottages, qui parzialmente riprodotti come insieme o frammento, risultato di un percorso condotto dall’artista per il proprio lavoro e derivante dal suo personale modo di sentire i luoghi sottoposti a una continua metamorfosi.
Con un approccio affine a quello di Richard Long che, attraverso azioni semplici eppure radicali lascia un segno effimero e non invasivo nel paesaggio, da cui trae elementi simbolici che decontestualizzati presentificano una realtà altra, Marilina Marchica opera in situ. A Poggioreale l’artista si concentra sugli strappi e le stratificazioni e, a partire da queste tracce, disegna, rilegge, calca e ricalca i reperti di un luogo oggi mutato. Le tracce di Marilina Marchica sono amabili resti di una geografia effimera, paesaggi in miniatura sottratti all’oblio.
testo di
Cristina Costanzo