“Abreactions” è una serie di sei ritratti intimi montati uno accanto all’altro come fossero frame di un film. In psicoanalisi, il termine ”abreazione” esprime la scarica emozionale attraverso la quale un soggetto si libera di un trauma antico i cui termini essenziali sono rimasti inconsci. Una specie di catarsi che ho immaginato avvenire in questi termini visivi che sono anche le reali condizioni in cui è stata catturata: un corpo bagnato che si muove e si contorce, illuminato dal fuoco, in una calda notte d’estate.
Ho scelto di realizzare queste teche retroilluminate perché non amo le foto stampate su carta fotografica e incorniciate, mi pare perdano efficacia e potenza (preferisco vederle online in formato digitale che è la loro ”sede” nativa). Se devo renderla ”reale”, preferisco che la foto sia un oggetto o qualcosa di più tattile e materico, e preferisco stampare su altri supporti come il dibond o tessuti come il mambo backlight e, al limite alterare/intervenire, sulla stampa ex post.