OPERA IN CONCORSO | Sezione Pittura

 | Divino Trittico

Divino Trittico
collage su tavola di legno e finitura semilucida, cornice all’americana di legno
trittico 105 x 70 cm cad.

Tommaso Fagioli

nato/a a Roma
residenza di lavoro/studio: Roma, ITALIA


iscritto/a dal 30 apr 2022

http://tommasofagioli.com/work/


visualizzazioni: 434

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Altre opere

 | INFERNO

INFERNO
collage su tavola di legno e finitura semilucida, cornice all’americana di legno
70 x 105 cm

 | PURGATORIO

PURGATORIO
collage su tavola di legno e finitura semilucida, cornice all’americana di legno
70 x 105 cm

 | PARADISO

PARADISO
collage su tavola di legno e finitura semilucida, cornice all’americana di legno
70 x 105 cm

Descrizione Opera / Biografia


L’opera è completata da un testo: una riflessione sul bene e sul male e un commento per ogni santo e per ogni dannato. Il gioco è invitare lo spettatore a immaginare i propri.
Estratto dal testo: ”«Se Dio esiste, da dove [viene] il male? E se non esiste, da dove [viene] il bene?» – Boezio
In questo collage semi-ironico della Divina Commedia, mi sono calato nelle vesti di un Dante contemporaneo e ho pensato di utilizzare le mie braccia per simboleggiare con gesti popolari e universalmente noti l’Inferno, Il Purgatorio e il Paradiso. [...] Attorno alle braccia ci sono quindi i miei dannati e i miei santi, o coloro che attendono di diventarlo, ma la cosa non è da prendere troppo sul serio: alla fine questo è un gioco in cui ognuno è invitato a immaginare le proprie di figure, dove collocarle e perché.
La collocazione nell’Inferno non è necessariamente una “dichiarazione di antipatia”, Dante stesso collocava all’inferno persone stimate o per cui provava compassione, e non ha la pretesa di essere una condanna assoluta e eterna, nemmeno nel caso degli omicidi [...]
Il Purgatorio è una via di transito e espiazione, ho scelto di inserire i loghi sovrapposti e camuffati ma riconoscibili delle Big Tech che oggi plasmano il mondo e la nostre vite on e offline, in alcuni casi quasi senza soluzione di continuità (Ferragnez). Il Purgatorio ci coinvolge tutti, me compreso (l’accidia, in alto al centro del Purgatorio). È un passaggio obbligato, assistiti e soggiogati come siamo da app, tool, media e social media che esaltano le nostre virtù almeno quanto esasperano i nostri vizi [...]

Nel mio Paradiso invece vanno diretti tutti i rappresentanti delle arti, incluso lo sport, ma anche scienziati e benefattori, che sono sempre “artisti” magari col talento della pietas e della caritas (Gino Strada). Anche qui sono scelte limitate e soggettive, ma vanno considerate in senso molto generale e paradigmatico, ogni figura è simbolo di una intera classe. Come da descrizione dantesca, il Paradiso è un luogo etereo, candido, dai colori tenui, pieno di musica, canti angelici, e suoni misteriosi emessi dal moto dei cieli, da cristalli vibranti, da venti siderali e forme geometriche al limite della rappresentatività, come l’Ipersfera posta sotto la mia mano protesa, descritta da Dante stesso (Paradiso XXX , 10-12): Non altrimenti il triunfo che lude
sempre dintorno al punto che mi vinse, 
parendo inchiuso da quel ch’elli ‘nchiude.
Ad ogni modo, il mio Inferno non è infinito, né lo sono il mio Purgatorio e il mio Paradiso. Sono nati contemporaneamente 13,5 miliardi anni fa e finiranno per morte termica fra trilioni di anni. Tutto sarà azzerato, tutto inizierà di nuovo, come un Grande Reboot Cosmico. L’umanità sarà una civiltà superintelligente immanente al Cosmo, puro pensiero cosciente consustanziale alla materia, pronta a collassare dentro la propria infinita singolarità per poi rinascere ancora, altrove e in altri tempi, come un nuovo cosmico respiro.
[...]
Alcuni commenti:
INFERNO
ACHILLE LAURO, Nono cerchio, Traditori dell’arte: secondo il detto di Benjamin, “in coloro che raggiungono il successo abita un dio”, è senz’altro vero nel suo caso, ma non tollero l’impostura. Il suo talento è nell’aspetto, è la capacità di affermarsi, ma non la musica (soprattuto non il canto), che ha utilizzato come pura scalata al successo. Deve tutto al genio di Alessandro Michele che lo ha reso icona fluida nazionalpopolare, valorizzandone l’immagine e quella bellissima faccia da borgataro dagli occhi tristi. Tutto il resto è noia. Complice una stampa accondiscendente, davvero troppo frettolosa a esaltare e incensare, non solo nella musica, falsi fenomeni di turno per puro marketing e posizionamento culturale. LUCIFERINO.
HARVEY WEINSTEIN, Secondo cerchio, I Lussuriosi: un tempo produttore capace e potentissimo, in seguito condannato per violenze sessuali e caduto in disgrazia, è l’incontinente per antonomasia, probabilmente patologico, entrato nella storia e nell’immaginario collettivo come il predatore-simbolo di una cultura maschilista che esercita il potere in forma anche ricattatoria per ottenere favori sessuali specie in ambienti lavorativi. La denuncia delle molestie ha dato il via al movimento “#metoo” che, pur nei suoi eccessi da “caccia alle streghe”, ha scoperchiato il vaso degli abusi per troppo tempo sottaciuti o nascosti per convenienza, ipocrisia e paura. LUPO.
PURGATORIO
CATTELAN, HIRST, KOONS: rappresentano il sistema dell’arte e la sua grande bolla speculativa degli anni ’90 e 2000. Furbi e geniali, ipermercificati (Baudrillard), ancora attivi e abbastanza reattivi, hanno dato l’impressione che ci si potesse arricchire facilmente con l’arte e che tutti potessero essere artisti. PARACULI.
PARADISO
SVEN MARQUARD: leggendario buttafuori del Berghain, seleziona all’ingresso gli aperti e puri di cuore [...] SAN PIETRO.