OPERA IN CONCORSO | Sezione Pittura

 | Khymera della pace

Khymera della pace
tempera acrilica e china, tavole in legno di pino assemblate su telaio in alluminio anodizzato
92x61cm

Valentina Sacchelli

nato/a a Pietrasanta (Lucca)
residenza di lavoro/studio: San Martino In Freddana Di Pescaglia, ITALIA


iscritto/a dal 29 apr 2022


Under 35

https://www.instagram.com/icoloridivalentinas/


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Descrizione Opera / Biografia


L’opera “Khymera della pace”, con la quale Valentina Sacchelli partecipa al Combat Prize 2022, è il risultato di una profonda riflessione personale, scaturita a seguito dei tragici eventi della guerra in Ucraina. Il dipinto si inserisce perfettamente nella produzione dell’artista, che, attraverso colte e meditate citazioni visive, crea un ponte significativo tra Russia ed Ucraina, due paesi oggi avversari ma i cui popoli sono da sempre fratelli.
“Khymera della pace” è un dipinto realizzato con colore acrilico e china su tavole in legno di pino, queste ultime materiale di scarto proveniente da altri lavori ma perfetto per il progetto. Le tavole, infatti (assemblate su un robusto telaio in alluminio anodizzato che le distanzia in maniera precisa tra loro e anche dalla parete di supporto), così divise, hanno un significato importante per l’artista, che in questa particolarità rivede la situazione odierna del conflitto: uno stato di abbandono e frammentarietà di due popoli, divisi perché avversari, ma soprattutto fatti a pezzi internamente dalle separazioni, spesso definitive, cui la guerra obbliga.
Le tavole, però, nel loro insieme, danno forma a una visione unitaria: si tratta della facciata della Casa delle Chimere di Kiev, storica sede della presidenza ucraina e ormai da tempo visibile in mondovisione come sfondo dei video diffusi dal presidente Zelens’kyj.
Il ruolo del palazzo viene sottolineato dalla Sacchelli, che, da sempre, utilizza come fonte d’ispirazione il liberty e l’art nouveau, epoca artistica cui ha dedicato lunghi studi. La Casa delle Chimere è appunto uno dei simboli dell’architettura liberty in Ucraina. Realizzato attorno al 1901, il palazzo è abbellito dalle decorazioni scultoree in cemento, dalle chimere appunto, di Elia Sala, architetto italiano molto attivo nei paesi slavi all’inizio del Novecento.
Lo slancio verticale dell’edificio è ripreso anche nell’opera, che ne illustra la facciata in maniera grafica e trasformata. Se da un lato il rigore formale delle linee architettoniche è ricostruito con precisione, dall’altro, il colore grigio del cemento, prevalente nel palazzo, è abbandonato e lascia spazio a un’invasione colorata di arabeschi e motivi floreali dai toni accesi, inseriti nelle aperture.
Tale modifica è tutt’altro che casuale: le integrazioni sono una ripresa creativa di un ciclo di illustrazioni di Natal’ja Gončarova, esponente dell’avanguardia russa molto legata all’Ucraina, dove aveva esposto ripetutamente durante i primi anni di attività. Nel 1921, quando viveva a Parigi, la Gončarova aveva illustrato un libro per bambini, una trasposizione in prosa di un’antica fiaba in versi di Puškin, dal titolo “Conte de tsar Saltan et de son fils le glorieux et puissant prince Gvidon Saltanovitch, et de sa belle princesse Cygne”, una sorta di versione russa dell’opera “Il lago dei cigni”.
Gli inserti pittorici incantano lo spettatore e conferiscono all’opera una connotazione onirica. La realtà è come trasfigurata, non sembra rimandare ad un contesto reale, tantomeno di guerra, ma solo apparentemente, perché il significato insito nel dipinto smentisce questa impressione in modo disarmante.
Valentina Sacchelli mostra idealmente le ferite di una nazione attraverso il suo palazzo-simbolo, ancora intatto (come lo spirito degli ucraini) ma avvolto dal grigiore, come grigie sono le fotografie e le testimonianze che ritraggono una guerra. Come a risanare delle ferite aperte, però, l’artista riempie il palazzo con il colore. Il riferimento alla fiaba è evocativo e diventa omaggio alle centinaia di bambini ucraini che in questo conflitto hanno perso la vita. Il rimando all’opera della Gončarova è un invito a scegliere la riflessione culturale come chiave di risoluzione della guerra: l’essenza di questi due popoli è infatti complementare e l’artista ce lo dimostra unendo pacificamente un simbolo dell’identità ucraina all’arte di una donna russa.
Gli scorci pittorici che integrano la Casa delle Chimere hanno un’ultima particolarità: la Gončarova li aveva riservati ai ‘volta-pagina’ del libro, spazi di transito tra un capitolo e l’altro. Scegliere di immetterli nel dipinto esprime la speranza della Sacchelli a voltare pagina anche in questa triste fase della storia, per poter cominciare un nuovo capitolo di pace. La pace, oggi vera chimera dei nostri giorni.
Valentina Sacchelli è nata a Pietrasanta (Lu) nel 1997; conseguito nel 2016 il diploma di Architettura presso il locale Liceo Artistico ”Stadio Stagi”, nel settembre 2020 si è laureata con il massimo dei voti in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Carrara, con ”La Grande Babilonia. Origini, suggestioni ed attualità di ’Metropolis’, capolavoro dimenticato, e ritrovato, dell’espressionismo tedesco”, tesi premiata con la dignità di stampa. Dall’ottobre 2021 una selezione della sua produzione pittorica è in esposizione presso la Galleria d’Arte contemporanea ”Boîte-en-Valise” di Lucca.
(Irene Parentini, Dott.ssa in Storia dell’Arte)