Descrizione Opera / Biografia
Aldo Valentinelli, nato a Cles nel 1996 e residente a Segonzone, piccola frazione del Comune di Campodenno
Aldo Valentinelli è pittore, diplomatosi nel 2015 al Liceo Artistico Vittoria di Trento e
perfezionatosi presso l’Accademia di belle Arti di Venezia indirizzo pittura con Carlo Di Raco e Martino Scavezzon dove ne sta ultimando gli studi.
Ha iniziato ad esporre nel 2019, nelle
mostre collettive Anòmalia a Baselga di Pinè e Contemporaneamente a Castel Belasi a
Campodenno, dove ha avuto modo di confrontarsi con artisti affermati come Willy Verginer, Pietro
Weber, Luigi Stoisa, Federico Lanaro e Simone Pellegrini.
Nel 2021 espone a Trento, presso lo Studio d’Arte Andromeda in occasione del Trento Future
Festival e al Muse nella grande mostra dedicata a Mario Rigoni Stern Selvatici e Salvifici, dove ha
nuovamente modo di dialogare con artisti di rilevanza nazionale e internazionale come Adolf
Vallazza, Gianluigi Rocca, Ivan Zanoni.
Proprio quest’ultima mostra, rivolta alla contemplazione della natura, degli animali selvatici e - con
coraggio e senza pregiudizi - alla caccia come strumento di conservazione dell’ambiente montano,
rappresenta il contenitore perfetto per la poetica e l’arte di Aldo Valentinelli.
Luglio 2022 espone presso Batibōi Gallery a Cles (TN)
Settembre 2022 espone nella project room a Castel Belasi Campodenno, in relazione con la personale di Stefano Cagol “Il Fato dell’Energia”
Aldo Valentinelli tratta temi legati quasi esclusivamente alla natura ed alla fauna alpina, prendendo ispirazione dal
proprio vissuto, dai ricordi e dalle emozioni che scaturiscono durante le escursioni e le battute di caccia.
Grande affinità che si ritrova analogamente anche nell’amore fraterno per il proprio
cane da caccia, compagno fedele che condivide ogni momento contemplativo ed ogni avventura.
Il cane Bosco è figura persistente nell’opera, Viene spesso raffigurato ritratto mentre corre nelle foreste o
addormentato sul tappeto di casa, un animale fidato, a metà tra l’umano e bestia.
Nelle opere viene descritto questo rapporto
intimo, tramite pennellate eteree che ne rispecchiano l’essere un ponte magico tra l’artista/uomo e
l’animale.
Il tempo degli animali è indubbiamente diverso dal nostro,manipolato dalla nostra stessa evoluzione e dai nuovi media che ci stanno sempre più allontanando, nella folle corsa dell’essere umano contemporaneo che vuole andare sempre oltre, accelerando continuamente. Valentinelli, invece, cerca una coincidenza, una consonanza, che mette in pratica costantemente a partire dal legame con il suo cane. Anche questa affinità instaurata dall’artista risulta concettualmente significativa, perché rimanda a un momento simbolico di contatto tra homo sapiens e natura, quando oltre diecimila anni fa venne instaurata una simbiosi con questi quadrupedi, sopravvissuta fino ad oggi.