Descrizione Opera / Biografia
«E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo.»
-Giovanni 3, 14
La scultura rappresenta l’unità intesa non come l’esclusione degli opposti, ma la loro somma.
Ogni paradosso può essere dissolto, ogni verità è una mezza verità.
Caldo, freddo; luce, ombra; bene, male; risposta, domanda; materia, spirito; sono la stessa cosa, ma orientati su poli e intensità differenti.
La croce nera rappresenta il polo negativo, ed è orientato verso il mondo materiale.
A porsi come polo positivo, vi sono le chiocciole poste come fondamenta centrali della croce, queste rappresentano lo Spirito, il bene supremo, l’armonia, in contrapposizione al male supremo, il caos, lo stesso da cui è nato l’Universo. Chiocciola, deriva dal latino ’cochlĕa’. Nel mondo esoterico ’cochlĕa’ assume il significato di ’Lenta evoluzione dello spirito’, proprio per questo si associa alla chiocciola il significato dell’anima dell’uomo nel suo solitario, lento e paziente tendere verso Dio. Internamente, dal punto di vista delle chiocciole, questo processo è ancora in corso, ma dal punto di vista dello spettatore è chiaro e finito, compiuto.
Le chiocciole credono di avere un proprio ego e identità personale, ma dall’esterno sono ammassate l’una sull’altra a loro insaputa. Allo stesso modo, noi umani navighiamo costantemente immersi in questa esperienza illusoria, del ‘chi, del ’dove’ e del ’quando’, ignari di far parte di un disegno divino già compiuto.
La sofferenza nasce proprio dalla divisione dell’unità, la quale ha generato conflitto nell’unità stessa in seguito alla presa di coscienza degli opposti.
Gli artisti, si pongono come curatori, profeti e divinità allo stesso tempo. Agiscono come ’micro-ricombinatori di energia’, o per usare un termine non pseudo-scientifico, ’Alchimisti del cosmo’, poiché creazione avviene nel mondo fenomenico; scindendo l’ordine dal caos, per poi materializzarsi bellezza agli occhi del collettivo.
Premettendo quanto scritto sopra, lo scultore ha voluto raffigurare il Principio su cui si fonda il mistero del ’Perché’ dell’esistenza stessa, impenetrabile per noi uomini, ma chiara, umile e semplice agli occhi del Sommo artefice proprio nella stesso modo in cui l’essere mortale contempla la scultura esterno all’esperienza delle creature che l’avvolgono. Ho voluto raffigurare la realtà ideale, dove la guerra fra gli opposti lascia spazio alla danza e il canto di amore di entrambi, garantendo la contemplazione collettiva di tutte le anime.
L’arte implica la contemplazione da parte del ’collettivo’, ponendosi come unico artificio che ha avuto origine dalla natura senza però andare contro la natura, candidandosi, implicitamente, come risorsa importantissima nel compito di ricordare il mondo spirituale che abbiamo dimenticato nel corso dei millenni.
E una volta risvegliati, resa obsoleta la scissione illusoria fra i due poli, scoprire una libertà prima di allora occulta, capace di sovrastare persino l’essere liberi di scelta: quella di essere liberi... dal dolore.