OPERA IN CONCORSO | Sezione Scultura/Installazione

 | L’uomo bianco è morto

L’uomo bianco è morto
assemblaggio, copriabiti in cotone e poliestere, filo in poliestere, fogli di carta
135 x 175 cm

Alessia Arnone

nato/a a Agrigento
residenza di lavoro/studio: Torino, ITALIA


iscritto/a dal 30 apr 2025


Under 35


visualizzazioni: 453

SHARE THIS

Altre opere

 | L’uomo bianco è morto

L’uomo bianco è morto


 | L’uomo bianco è morto

L’uomo bianco è morto


 | L’uomo bianco è morto

L’uomo bianco è morto


Descrizione Opera / Biografia


In Ghana, come in gran parte dell’Africa, è inammissibile disfarsi di cose ancora utilizzabili a meno che non siano appartenute a una persona non più in vita.
In realtà, la mole di vestiti che vi arriva è frutto della dismissione compulsiva di capi che i paesi industrializzati oramai adottano come normale approccio al bene, incluso l’abbigliamento.
Gli “Obroni W’awu” in lingua akan sarebbero, dunque, i “vestiti dell’uomo bianco morto”.
L’uomo bianco muore perché a scadere è la sua sfera valoriale.
La lontananza spaziale permette di vivere a impatto emotivo zero le ripercussioni che l’adesione al fast fashion ha sui paesi sottosviluppati, in termini economici, umani e ambientali.
L’opera deriva dall’assemblaggio di copriabiti in misto cotone e poliestere, posti a proteggere i ritagli scartati dal processo stesso, cuciti all’interno in uno stato di congelamento quasi sacrale. Perché l’arte che ricorre al tessuto è libera della licenza poetica di rendere protagonista il residuo, anziché gettarlo, come paradigma della cura. L’assemblaggio attua, nelle sue forme, una rivisitazione della pala d’altare, svuotata dei suoi tradizionali riferimenti. Le narrazioni della predella cedono il posto all’accumulo delle pagine del Discorso sul metodo di Cartesio, libro recuperato dall’usato, la cui copertina rimane sospesa e capovolta al centro del polittico.
Tra i pensatori moderni egli, infatti, è considerato il primordiale legittimatore del dualismo tra uomo e natura, relegando quest’ultima ad ennesima materia su cui applicare i traguardi scientifici e tecnologici. Il rischio ermeneutico dell’affermazione cartesiana secondo cui l’uomo, appreso il suo potenziale, si ritroverebbe ”padrone e possessore della natura” risiede nell’odierno distaccamento dal sentimento della responsabilità verso quest’ultima, soppiantata dal dominio.
L’ecologia è un problema antropologico prima ancora che economico, richiedente una nuova visione del rapporto tra uomo e natura. Urge quel senso di unità con il circostante che molti credi soppressi, latenti ancor oggi tra le minoranze delle realtà in ginocchio, potrebbero ancora insegnare ai monoteismi dei colonizzatori.
L’artista nasce ad Agrigento nel 1995. Vive e lavora tra Torino e Catania. Nel 2024 consegue il Diploma accademico di secondo livello in Pittura e linguaggi del Contemporaneo presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. La sua ricerca è particolarmente incentrata sul recupero e la valorizzazione di elementi estratti dal quotidiano, specialmente di natura tessile, aventi la potenzialità intrinseca di innescare riflessioni sul nostro vivere al mondo.