Descrizione Opera / Biografia
L’opera, dal titolo Autoritratto, segna l’esordio della mia ricerca artistica personale. È un lavoro passionale, narcisistico e onesto. Il titolo è autoesplicativo: un confronto sfacciato con la mia realtà.
Dipingerla è stato un atto necessario. I fuochi che rappresento mi hanno dato una direzione, un fine senza fine. In un mondo in cui il dolore mi è stato regalato gratuitamente alla nascita. L’arte è un eredità conflittuale che portò avanti nella vita. La necessità di trovare un modo per progredire e andare avanti ha dato motivo di cercare sempre qualcosa a qui mi potessi aggrappare. Ho vissuto fuggendo, cercando una possibile serenità.
Come il fuoco, che si espande per sopravvivere lasciandosi dietro terra bruciata, anche io ho percorso la mia strada consumando ciò che stavo vivendo, per poter esistere.
Tutto si propaga.
Come questa pittura, poca discrezione, poca descrizione.
La mia ricerca artistica è tesa verso l’in-finito — se così può dirsi: non finito, inconcluso, sempre aperto a nuove possibilità di sviluppo e a molteplici chiavi di lettura. Un processo in continua evoluzione, che si nutre del dubbio e dell’instabilità come impulso creativo.
Il tessuto floreale che fa da sfondo è un elemento secondario, un supporto che parla da sé, di un passato, ma lo fa con distacco. Rappresenta una traccia evanescente di ciò che c’era prima, che persiste. Rimane, si intravede se lo desideri. Anche se non desideri. Rimane.