OPERA IN CONCORSO | Sezione Scultura/Installazione

 | Opera n.762 - ”Untitled”

Opera n.762 - ”Untitled”
mista, lamiera di ferro + alluminio + metallizzazione + lettere magnetiche e vernice
135x135x16,5 cm.

Arsen Ale

nato/a a Bologna
residenza di lavoro/studio: Zola Predosa (BO), ITALIA


iscritto/a dal 14 apr 2025

https://arsenale.art


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mista, lamiera di ferro + alluminio + metallizzazione + lettere magnetiche e vernice
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mista, lamiera di ferro + alluminio + metallizzazione + lettere magnetiche e vernice
135x135x16,5 cm.

 | Opera n. 776 - ”Dai cazzo!”

Opera n. 776 - ”Dai cazzo!”
mista, lamiera di ferro + alluminio + metallizzazione + lettere magnetiche e vernice
135x135x16,5 cm.

Descrizione Opera / Biografia


Opera n. 762 dal III catalogo dei REVOLVER: gli appendiabiti a cui girano le…”svuotatasche” - 2004-2025
Dal terzo atto, intitolato ”Attaccati al...l’arte” (o “La rivoluzione si fa con le arti”), del catalogo ufficiale dei REVOLVER: gli appendiabiti a cui girano le...”svuotatasche”, intitolato LA CARICA DEI MILLE (qui si rifà l’Italia o si muore - arte (d)istruttiva e creat(t)iva - opera in 3 atti). 1162 opere, quanti erano i garibaldini.
GENESI DEI REVOLVER
Guardai lo sfascio
e vidi tutto il resto
mi assalì il disgusto
che poi divenne un urlo
tutte le maschere
e tutti quei pagliacci, disonesti
urlai in silenzio
e buttai fuori tutto.
Usai l’arte
come fosse un Revolver
gli stravolsi il senso
rimanendo ironico
e sfiorai la morte
per sentir la vita.
Rimasi in bilico
e poi scelsi l’ironico,
presi la mira
perché non era un gioco:
so che la verità non ho
ma mi misi in gioco.
Scolpii la rabbia
e la chiamai per nome
lo feci per cercare
di trasformarla in Bene
svegliai presto le idee
prima di altre persone
e scrissi un lungo libro
in cui misi dentro tutto.
Guardai le opere
e mi venne da ridere
ma la mia era solo
solo voglia di vivere
di vivere libero
da tutto questo tutto
da questo mondo,
falso di brutto.
Tutto il passato
mi rivenne in mente
i fulmini di carta
su questa Terra
non c’era scampo:
quella era, ed è
una guerra.
Mi rivolsi all’arte
per salvarmi dalla morte
tirai il freno
e chiesi aiuto al Cielo:
l’arte è vivifica
salva ogni sorte.
Così raccontai di vita
di vita e di morte
raccolsi il mondo
dentro quella arte
dentro al bagliore
di un Revolver.
Scolpii la rabbia
e la chiamai per nome
lo feci per cercare
di trasformarla in Bene
svegliai presto le idee
prima di altre persone
e scrissi un lungo libro
in cui misi dentro tutto.
Guardai le opere
e mi venne da ridere
ma il mio era solo uno sfogo
per poter ancora vivere.
Tutto il passato
mi rivenne a galla:
i fulmini di carta
su questa Terra.
Non c’era scampo:
quella era, ed è
una guerra.
Guardai le opere
e mi venne da ridere
ma il mio era solo uno sfogo
per poter ancora vivere.
Tutto il passato
rivenne a galla
i fulmini di carta
su questa Terra
non c’era scampo:
quella era, ed è
una guerra.
Informazioni sull’autore.
Arsen Ale è un artista dal percorso atipico, che per quelli che vedono nell’arte la strada maestra seguita dal sentire e dal pensare alternativi allo “status quo”, è semplicemente il percorso più tipico che un artista possa seguire, soprattutto se poi, come lui, si predilige l’arte concettuale e si considera il mezzo espressivo utilizzato prevalentemente un mezzo, non un fine. Come dice egli stesso, anche volendo provarci, troverebbe estremamente difficile esprimere la complessità del mondo contemporaneo e le sue appunto complesse problematiche, senza attingere a qualunque elemento possa trovare sul suo percorso, nessuno escluso, badando al fine e non al mezzo.
Ha un background tecnico-imprenditoriale. Poetica e un po’ d’etica se li ritrova dalla nascita, cosi come creatività e creattività: tutta roba che non aiuta molto a vivere in questa società e così è sceso in strada, o meglio, dal suo mezzo in cui si è ritrovato ha cercato nella sua cartina il percorso per l’arte e l’ha imboccato, visto che crede sia l’unica strada che porti al vero progresso, ed Arsen Ale ha sempre avuto fede nell’uomo e nel progresso, che è a sua volta l’unica arma tangibile che ha l’uomo per capire qualcosa in più del mistero che lo avvolge. Sarà un percorso molto lungo, se avrà pane, scarpe e cuore per poterlo fare, molte opere da installare, nel mondo reale o in quello virtuale, l’importante è che possano far riflettere, non nel senso che va molto di moda però, fatto di molte “riflessioni a specchio”, con la “cam” dell’iPhone come ispiratore, per mancanza probabilmente di un sentire personale, o forse per troppa agiatezza, quella che porta all’arte perché magari non si sapeva dov’altro andare, come fosse un week-end lungo una vita da passare al mare, mentre una fetta sempre più grossa della società rimane tutta la vita reclusa in città. No, non a questo tipo di riflessioni mira l’artista, bensì a quel tipo di riflessioni che portano a voler provare a incidere, provare a cambiare qualcosa, come l’arte, che è guardia della società così come le forze dell’ordine sono guardia dell’ordine costituito, dovrebbe fare, almeno ogni tanto.