Descrizione Opera / Biografia
Camilla Riscassi nasce a Piacenza nel 1993. Frequenta il triennio di Pittura ed arti visive presso NABA Milano e il biennio specialistico presso l’Accademia di belle arti di Bologna.
Nel 2020 vince la tappa bolognese del Progetto Jaguart, promosso da Artissima.
Grazie ad esso espone alla GAM di Torino, alla Galleria Astuni di Bologna e nella sezione progetti speciali ad Artissima. Nel 2023 partecipa a Rea! Fair presso la Fabbrica del Vapore di Milano ed è selezionata tra i finalisti del Premio Francesco Fabbri nella sezione arte emergente.
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È un’artista multimediale la cui ricerca esplora il concetto di identità, come un processo dinamico e in continuo cambiamento, influenzato sia dalla memoria collettiva che da quella individuale. La sua pratica si basa spesso su il recupero e la rielaborazione di materiali d’archivio, riflettendo, così, su come questi frammenti del passato contribuiscano a plasmare il nostro presente, invitandoci a riflettere sulla natura complessa e sfaccettata della memoria e dell’identità.
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Nella serie di sculture intitolata “Se potessi vederti ora”, l’artista, utilizza una pratica a lei comune, cioè il recupero di materiale d’archivio, e riutilizza disegni realizzati quando era bambina traslando la bidimensionalità del segno in varie sculture, ognuna con differenti materiali.
In questo modo, il gesto grafico può elevarsi, non restando solo un segno sulla carta, ma andando ad abitare lo spazio, portando lo spettatore a fruire del “disegno” in modo tridimensionale, potendone, così, osservare le forme e guardandole interagire con l’ambiente che occupa.
La struttura dell’opera, in una delicata sospensione, ci parla di leggerezza, la stessa di quando si era bambini e era bello creare solo per il piacere di farlo, senza troppe domande o sovrastrutture; quando il desiderio e l’impulsività erano i motori della creatività, semplici da trovare poiché a por tata della propria mano.
Le forme della scultura, di un figurativismo appena accennato, lasciano aperte svariate interpretazioni, lasciando la libertà allo spettatore di mettere in gioco la propria fantasia e osservando la scultura con uno sguardo personale.