OPERA IN CONCORSO | Sezione Scultura/Installazione

 | Abandèl

Abandèl
opera realizzata mediante tessitura jacquard tridimensionale in filato flott� trayma. la struttura � successivamente consolidata con resina epossidica bicomponente e rifinita con rivestimento metallico a freddo, trayma jacquard (invenzione dell’artista), resina, pittura minerale metallica
20x15x6cm

Caterina Roppo

nato/a a Bari
residenza di lavoro/studio: Milano, ITALIA


iscritto/a dal 30 apr 2025

https://caterinaroppo.com


visualizzazioni: 70

SHARE THIS

Altre opere

 | Abandèl

Abandèl
opera realizzata mediante tessitura jacquard tridimensionale in filato flott� trayma. la struttura � successivamente consolidata con resina epossidica bicomponente e rifinita con rivestimento metallico a freddo, trayma jacquard (invenzione dell’artista), resina, pittura minerale metallica
20x15x6cm

 | Volume 03

Volume 03
opera realizzata mediante tessitura jacquard tridimensionale in filato flott� trayma. la struttura � successivamente dipinta con applicazione di colore dal retro, struttura in legno per supporto, trayma jacquard (tela realizzata dall’artista), pittura ad acquerello
198x111x 8 cm

 | Adentro 01

Adentro 01
opera realizzata mediante tessitura jacquard tridimensionale in filato flott� trayma. la struttura � successivamente dipinta con applicazione di colore dal retro, struttura in legno per supporto, trayma jacquard (tela realizzata dall’artista), pittura ad inchiostro
108x120x8 cm

Descrizione Opera / Biografia


Con Abandèl, Caterina Roppo disinnesca il linguaggio archetipico della pietra, privandola del suo peso originario per restituirla come forma attraversabile, fragile e rituale. Non più oggetto inerte, ma organismo riscoperto, cucito, trasformato. La pietra, simbolo millenario di resistenza e fissità, viene riscritta in un corpo nuovo: un corpo elaborato, alleggerito, metabolizzato.
Il gesto fondativo è la tessitura. L’artista parte dalla fibra per costruire una trama tridimensionale attraverso una tessitura jacquard in filato flotté Trayma, sviluppata su disegno personalizzato. Il filo agisce come medium incarnato, scrittura tattile che riprende le logiche morfologiche della pietra – fratture, cavità, trafitture – simili a incisioni rituali, segni di passaggio e trasformazione. Come un ago iniziatico, la fibra attraversa e ricuce, elaborando simbolicamente la memoria del trauma.
L’opera si articola attraverso un processo tecnico di grande tenacia: dopo la tessitura, la struttura viene impregnata con resina epossidica per ottenere consistenza scultorea, e infine sottoposta a rivestimento metallico a freddo, che sigilla la materia in una pelle minerale. Il metallo non ricopre, ma conferma: trasforma la leggerezza del tessuto in una nuova presenza scultorea, solida e porosa al tempo stesso.
Abandèl è così una pietra ricostruita, una forma che elabora la propria origine per ritrovarsi mutata. Un corpo che attraversa il trauma senza negarlo, sublimandolo in linguaggio visivo. Un gesto di sottrazione attiva, che dissolve il peso fisico per restituire alla materia la sua dimensione simbolica, curativa, trasformativa.