Descrizione Opera / Biografia
Nascitur è una performance live incentrata sui temi della nascita di una nuova forma, della maternità nella sua accezione più ampia, e di trasformazione: un processo atavico che l’autrice carica di un senso al contempo intimo e universale. Ruolo preponderante è affidato alla luce e al contrasto luce/ombra, vita/ prima della vita. Cinque ulteriori opere fanno da corollario al manufatto che avrà origine dinanzi agli astanti, ampliandone e approfondendone il significato.
È un discorso dai sentori cosmogonici quello affrontato dalla performer: come il Big Bang, un punto dalla densità infinita, si espanse per dare origine all’Universo, parimenti la nascita presuppone una spinta propulsiva, una “singolarità” che diviene molteplicità, “altro”, una separazione che - da un lato - non potrà essere diméntica di un’unione indistruttibile quanto invisibile: quella tra madre e figlio, oltre il tempo e lo spazio, dall’altra pone l’accento sull’inevitabile diversità della nuova vita rispetto alla generante. Quest’ultima sarà condotta all’insegna dell’imprevedibilità - di destino e forma - con contemplazione di mutazioni (o adeguamenti) rispetto allo stadio iniziale. In questa operazione, a partire da un iniziale rapporto simbiotico, le gerarchie si vanno disgregando, l’eteronomia cede il passo all’autonomia, sulla scorta del principio sovrano di autodeterminazione, fino a proporre al pubblico input per nuove riflessioni.
L’atto del cucire, punto di forza di una illustre predecessora, Maria Lai, che - grazie ad un’attività prettamente femminile - si ripromette di curare, ricomporre un mondo scomposto, viene adottato anche dalla Bellati nell’attuazione della sua espressione artistica. Silenziosamente e con pazienza certosina, la ligure tiene insieme i vari frammenti, preservandone la diversità, seppur senza disarmonie: nella connessione cosmica tutto è sé stesso e riverbero di altro, mentre l’impiego di materiale di riuso è metafora dei cicli della vita, tra continuità e mutamenti.