Descrizione Opera / Biografia
Descrizione opera:
Dai segni alla superficie. Come in un’increspatura di energia è possibile ritrovare la forma dei taglienti: l’angolazione di taglio delle sgorbie e forse anche la forza d’impatto del mazzuolo sul manico dello scalpello che ha scolpito questa grande scultura in legno di Noce Canaletto.
Percorrendo i sentieri tracciati dalle linee di fenditura, gli occhi che osservano si trasformano in sguardi plastici, la visione diventa materia e con essa naviga nel mare delle forme.
Il legno è materia animata, sostanza in perenne crescita che narra la sua storia attraverso marezzature, raggi e anelli concentrici. Nella scultura si rigenera attraverso un processo metamorfico dando origine a masse dai tratti geometrici ed essenziali.
Le mani sapienti dell’intagliatore reinventano le fibre, costruendo e assemblando lungo nuove linee di forza, figure razionali e rigorose che daranno vita ad una “Riflessioni di Superficie”.
Biografia:
Franco Nicolosi nasce a Torino nel 1973. Dopo il diploma in Scultura conseguito presso L’Accademia Albertina inizia la sua carriera di scultore e docente di Arte e Scenografie Teatrali e Cinematografiche. Per una decina d’anni, assieme alle sue allieve e ai suoi allievi, si dedica alla progettazione e costruzione di allestimenti di scena. Ancora oggi il lavoro di scultura s’interseca e trae nutrimento dall’esperienza dell’insegnamento, spingendo l’artista verso una riflessione profonda sulla pratica dell’apprendimento esperienziale.
Chi sono:
Nel mio lavoro di scultore il riflesso ha la stessa consistenza della forma. Aspetto sempre i suggerimenti che vengono dalle sculture disperse nel mio studio, cercando di ascoltarli.
Sono da sempre affascinato dal concetto di doppiezza e quindi di duplicazione: da questo, credo, nasca la mia grande passione per i calchi e gli stampi.
Il disegno invece mi permette di dimenticare, almeno per qualche istante, la materia. Nei miei disegni e nelle mie sculture ci sono spazi ovali e vasche come nei dipinti di Francis Bacon, il pittore che amo e che è per me infinita fonte d’ispirazione.
Mi interrogo spesso sulla scultura e a volte capita che sia la scultura a interrogarmi. Più voci si intersecano, non è nemmeno un colloquio, perché ognuna segue il proprio discorso senza preoccuparsi delle altre. Ma c’è un luogo, o meglio una superficie, che fa da interfaccia, dove ogni parte viene riconosciuta e lì il brusio si placa, non perché cessi ma perché trova un ordine, un ritmo. Allora sembra silenzio, invece è pienezza del suono, arrotondato dall’eco.
Artist Statement:
La scultura è uno specchio, mi strega da sempre con la sua dimensione mancante.
Il confine