OPERA IN CONCORSO | Sezione Scultura/Installazione

 | Fra Marzo e Aprile

Fra Marzo e Aprile
lana, china, acquerello e cera, cera
50x70cm

Giulia Gray

nato/a a Bagno A Ripoli
residenza di lavoro/studio: Firenze, ITALIA


iscritto/a dal 23 apr 2025

http://www.giuliagray.com


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china e acquerello, carta

Descrizione Opera / Biografia


Durante una mostra dei miei lavori, a causa di problemi di cattiva gestione, alcune delle mie opere sono state danneggiate dalla pioggia e l’umidità, che andando a sciogliere il sale che spesso uso insieme ad i miei acquerelli ha iniziato a colare, portando via insieme ad esso il colore e lasciando in me che le guardavo come piangere un senso di perdita e dolore che mi ha fatta riflettere.
Perché l’assenza del sale rendeva l’immagine così fioca, svuotata e sofferente?
Il sale da sempre è sinonimo di vita e vitalità, nella Bibbia l’espressione “sale della terra” è usata per simboleggiare l’essere umano, in cucina è ció che dona gusto e sapore, nel nostro organismo è la sostanza capace di alzare la pressione.
Le mie opere danneggiate, avevano invece un tono depresso, svuotate del sale e del colore legato ad esso apparivano adesso senza vita.
In questo lavoro, partendo da questa riflessione, vado ad indagare sul concetto di depressione e di quanto questo stato interiore sia legato all’assenza di vita, qua simboleggiata dal colore e intesa come l’insieme di quelle cose che ci tengono su, come gli interessi, le passioni, gli amori, e tutte quelle sfumature di colore che vanno a comporre le nostre giornate. Quando queste per vari motivi vengono a mancare si va a creare uno stato di paralisi che ci rende vuoti e spenti. Immobili.
Ho scelto un materiale instabile e delicato come la cera per rappresentare una delle mie cellule in una tavola, e il suo colore colato, avvolto in una sostanza lattiginosa e ottundente, nell’altra.
La prima tavola, ormai ingrigita e senza vita appare ingiallita, invecchiata, sofferente e rugosa, mentre nella seconda, il colore, anche se non del tutto scomparso, è come imprigionato in una dimensione ottundente che non gli permette di esprimersi.
Ho chiamato quest’opera “Fra Marzo e Aprile”, uno dei due periodi dell’anno oltre all’autunno, in cui chi soffre di depressione maggiore, a causa dell’esplodere della vita nella prima fase della primavera, attraversa una delle fasi più difficili, percependo il senso di morte interiore ancora piú insopportabile paragonato alla vitalità dell’esterno. / Giulia Gray (Firenze, 1981) vive e lavora a Firenze. Approccia alla pittura, alla fotografia e alla moda fin da bambina. Si diploma in design di moda all’Istituto D’Arte e al Polimoda di Firenze, e in fotografia di moda alla Fondazione Studio Marangoni. Conseguita la laurea in Design si dedica prevalentemente alla Moda, lavorando come stilista per diverse aziende del settore, progettando collezioni per importanti brand internazionali (2002-2022). I suoi abiti vengono scelti per sfilare al Premio Michelangelo e si qualifica finalista al Premio Mercedes Benz esponendo a Villa Erba, Como. Dal 2021 torna a dedicarsi prevalentemente all’Arte Concettuale, creando ripetizioni geometriche e minimali. Spaziando fra diversi media il suo lavoro indaga l’umano e il suo processo evolutivo attraverso il quotidiano.