OPERA IN CONCORSO | Sezione Scultura/Installazione

 | La pelle

La pelle
la tecnica mista, giapponese “shou sugi ban”, silicone, carbone, catene
1,5 x 3 metri

Nataliya Oparina

nato/a a Mosca, Russia
residenza di lavoro/studio: Carrara, ITALIA


iscritto/a dal 28 apr 2025


Under 35

https://www.instagram.com/oparina.nataliya/


visualizzazioni: 138

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La pelle
la tecnica mista, giapponese “shou sugi ban”, silicone, carbone, catene
1,5 x 50

Descrizione Opera / Biografia


Il lavoro ”La pelle” (2023) trasmette la profondità della psiche umana esplorando le paure, i traumi e il lato oscuro dell’anima. Rappresenta il viaggio interiore di ogni individuo, alla ricerca di una liberazione dalle antiche paure e dalla limitazione dell’esistenza terrena. Attraverso un’analisi dei momenti più oscuri e dei conflitti interiori, emergono la consapevolezza e la possibilità di guarigione.
Le sculture, realizzate con texture in silicone e carbone, evocano visivamente le conseguenze di un disastro ambientale, offrendo uno sguardo sui resti dell’umanità dopo un’apocalisse. Sono simboli della trasformazione, della rinascita e della liberazione dalle catene del passato, in vista di un nuovo inizio evolutivo su un altro pianeta.
L’utilizzo del legno bruciato secondo la tecnica giapponese ”Shou Sugi Ban” rappresenta il concetto di rinascita attraverso la purificazione dal fuoco. Il carbone, con il suo significato ambivalente, simboleggia sia l’oscurità interiore che la capacità di purificazione e guarigione.
Attraverso l’esplorazione di queste tematiche profonde, l’opera cerca di trasformare sentimenti negativi in bellezza interiore, invitando lo spettatore a confrontarsi con il proprio inconscio e a intraprendere un viaggio di guarigione e rinascita.
Nataliya Oparina è nata a Mosca nel 1994. È un artista multidisciplinare con un background in filologia, scultrice e ricercatore, il cui lavoro lirico-concettuale indaga lla cura, la memoria personale e collettiva, il trauma e il desiderio di un futuro utopico. La ricerca del suo studio si concentra sui processi di distruzione e guarigione, fornendo informazioni su aspetti complessi dell’esperienza umana.
Si è laureata presso la facoltà di filologia dell’Università dell’Amicizia dei Popoli di Mosca (RUDN) (2017). Ha completato uno stage di un anno in Sicilia (2015), dove oltre alle materie obbligatorie, ha studiato dialetti locali e tradizioni culturali, uno dei quali ha influenzato i suoi progetti creativi 7 anni dopo. Da allora si è diplomata in diverse scuole d’arte contemporanea a Mosca: RMA (2017), «ICA» (2020). Ora studia la scultura all’Accademia di Belle Arti di Carrara, Italia (2024).
La sua pratica artistica si basa sull’esplorazione dei temi della cura, del trauma, della memoria e del desiderio di un futuro utopico. La ricerca della sua pratica si concentra sui processi di distruzione e guarigione, offrendo l’opportunità di scoprire aspetti complessi dell’esperienza umana.